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Arsac: ripartono le attività sul miglioramento genetico della fragola

Riparte in Calabria il programma di miglioramento genetico su fragola grazie al rinnovato Accordo di collaborazione siglato nel 2019 tra A.R.S.A.C., Cooperativa Ortofrutticola Torrevecchia di Lamezia T. (CZ) e CREA–OFA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria Centro di Olivicoltura, frutticoltura e agrumicoltura) di Forlì. L’Accordo si prefigge di proseguire il programma di sviluppo avviato con un precedente ciclo progettuale che si è concluso con l’individuazione direttamente in territorio calabrese di alcune nuove selezioni attualmente in fase iniziale di diffusione commerciale. L’obiettivo finale del progetto, che mette insieme i Servizi di Sviluppo Regionali, un soggetto privato ed un organismo di ricerca, è di pervenire alla costituzione di nuove varietà di fragola pienamente adatte all’ambiente calabrese e più in generale alle aree a clima temperato, riducendo l’attuale dipendenza dall’esterno del “sistema fragola” calabrese nella scelta delle varietà da coltivare e quindi migliorare la competitività delle nostre produzioni sui mercati italiani ed esteri in virtù di una maggiore identificazione del prodotto. Nel 2019 nell’ambito del nuovo programma progettuale (della durata di 4 anni) l’Unità Operativa Fragola dell’ARSAC ha costituito nella Piana di Lamezia, presso l’azienda di un socio della Cooperativa Torrevecchia, un “campo semenzali” composto da circa 3.000 semenzali ottenuti da 34 nuove combinazioni di incrocio predisposte da CREA – OFA di Forlì.

L’attività di selezione si è conclusa a metà maggio con l’individuazione di 103 genotipi che sono stati trasferiti in Sila per essere moltiplicati nel vivaio del Centro Sperimentale -Dimostrativo dell’ARSAC di Camigliatello Silano (CS). Con le piante ottenute in vivaio è stato costituto, in ottobre, il campo di 1° livello 2019-2020 dove sul nuovo materiale genetico posto in parcelle proseguirà l’attività di selezione. Nel frattempo sono proseguite le azioni finalizzate alla valorizzazione ed alla diffusione delle nuove selezioni (contrassegnate con la sigla “LAM”) ottenute con il primo ciclo progettuale: LAM 18, LAM 68.4, LAM 22, LAM 85.17. Si tratta di nuovi genotipi che, superata la fase sperimentale preliminare e di collaudo finale in Calabria, hanno iniziato ad essere diffusi già nel 2018 e nel 2019 nelle aziende interessate in Calabria ed in altre Regioni del Sud Italia dove, valutate a confronto con le varietà convenzionali, sono stati in molti casi giudicati positivamente dai produttori e dai tecnici e quindi meritevoli di essere moltiplicati su scala più ampia.

Pertanto, come già accaduto nel 2018, anche nel 2019 si è deciso di affidare il nuovo materiale genetico ai Vivai COVIRO di Cervia (RA), che hanno manifestato interesse e costituito per il secondo anno consecutivo un vivaio in Spagna. Una piccola produzione vivaistica è stata realizzata anche dall’ARSAC nel vivaio del Centro Sperimentale Dimostrativo “Molarotta” di Camigliatello Silano (CS). La produzione complessiva di circa 185.000 piante è stata ritirata da aziende calabresi e da aziende di altre aree fragolicole del Sud Italia ed estere ed inserita nei nuovi impianti 2019-2020, realizzati a partire dal mese di ottobre.

Si ricorda che in Calabria la produzione della fragola è concentrata prevalentemente nella Piana di Lamezia, dove la coltivazione è attuata in coltura protetta su una superficie di circa 200 ettari (in tutta la Calabria la superficie è di circa 240 ettari). Le varietà adottate sono in ordine di importanza la varietà spagnola Sabrina seguita dalla californiana Camarosa e da altre due varietà spagnole Marisol e Melissa.

E’ da rilevare che nel 2019 per la selezione LAM 18 è stata avanzata un richiesta di autorizzazione alla brevettazione in Brasile da parte dell’Università Statale di Santa Catarina – UDESC (Universidade do Estado de Santa Caterina). LAM 18 dopo alcuni di anni di sperimentazione nelle aree fragolicole del Sud del Brasile si è contraddistinta per il suo comportamento costantemente positivo e innovativo per l’areale brasiliano ed il conseguente interesse da parte di ricercatori e produttori che ne prefigurano l’avvio di una diffusione commerciale. Le nuove selezioni contrassegnate con la sigla “LAM” vengono presentate di seguito in una scheda descrittiva.

LAM 18

Selezione a maturazione intermedia, con piante rustiche ad habitus assurgente che hanno elevato accestimento e notevole vigore. Oltre alla una buona produttività (circa 700 g/pianta nelle prove sperimentali ARSAC), l’interesse maggiore per questa selezione deriva dalla grande qualità dei frutti che sono di pezzatura medio-elevata, conico–allungati molto attraenti per la regolarità della forma ed il colore rosso intenso, uniforme anche in inverno. La consistenza della polpa è risultata tra le più elevate tra le varietà e selezioni studiate. La tenuta del frutto (consistenza e tonalità del colore) è buona anche in coincidenza delle alte temperature. Le qualità organolettiche dei frutti sono buone grazie ad un alto contenuto zuccherino ed un equilibrato rapporto acidi-zuccheri. Il contenuto in vitamina C è risultato piuttosto elevato. Il limite alla sua diffusione in Calabria è rappresentato dall’epoca non precoce di maturazione.

LAM 68.4

Pianta rustica e vigorosa. I punti forti di questa selezione sono la precocità di maturazione dei frutti che si abbina ad elevata produttività conseguita sia con piante fresche “cime radicate” che a “radice nuda” (intorno a 800 g/pianta nelle prove sperimentali ARSAC). I frutti hanno un calibro elevato che si riduce soltanto durante l’ultima parte del ciclo produttivo e sono conico regolari e rosso intenso uniforme. Il sapore è buono grazie ad un alto contenuto zuccherino ed un equilibrato rapporto acidi-zuccheri. I punti deboli riguardano la consistenza della polpa che cala in coincidenza delle elevate temperature pur mantenendosi su valori di sufficienza.

LAM 22

Selezione molto interessante per la precocità di maturazione, la buona produttività (circa 700 g/pianta nelle prove sperimentali ARSAC),conseguita con un flusso produttivo costante e per il colore brillante dei frutti. La pianta è rustica e mediamente vigorosa. I frutti, regolari e di grosso calibro, sono di colore rosso brillante piuttosto attraente, hanno una elevata consistenza della polpa ed un buon aroma e sapore.

LAM 85.17

Selezione a maturazione molto precoce con raccolte che, in alcune annate, hanno superato 400 g/pianta nel periodo gennaio – marzo. La pianta è molto vigorosa ed ha evidenziato, in questi anni, la produttività finale più elevata tra tutte le varietà e selezioni studiate nei campi sperimentali a Lamezia T. con produzioni di oltre 900 g/pianta. I frutti sono di forma conico-allungata molto regolare, hanno colore rosso intenso uniforme e consistenza elevata. L’elevata precocità e produttività determinano un calo di pezzatura dei frutti nella seconda parte del ciclo produttivo e una qualità organolettica non elevata ma accettabile, che rappresentano i punti deboli di questa selezione.

Fonte: ARSAC Ufficio Sperimentazione di Catanzaro, Ce.S.A: n. 5

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Fosfiti: la ricerca del CREA per vino e ortofrutta bio

Al Biofach, la più importante fiera mondiale sul bio, i primi risultati del progetto Biofosf-Wine

I consumatori che scelgono il bio, si aspettano un prodotto sicuro e privo di residui. Per questo, sta crescendo sempre di più l’attenzione al tema dei fosfiti (sali dell’acido fosforico), residui talvolta inaspettatamente presenti nel vino e nell’ortofrutta biologici, pur essendo in realtà, ammessi solo in agricoltura convenzionale. Di questo si è discusso oggi, in occasione del Workshop internazionale del CREA, intitolato “Why phosphonic acid residues in organic wine? The Italian BIOFOSF-WINE project” (Perché residui dell’acido fosfonico nel vino biologico? Il progetto italiano BIOFOSF-WINE) nell’ambito del Biofach 2020 a Norimberga. Sono stati presentati due progetti specifici, coordinati dal CREA: il primo BIOFOSF, conclusosi nel 2018, il secondo, a cui tra l’altro è dedicato il workshop, focalizzato sul vino e ancora in corso.

I ricercatori del CREA hanno indagato prima di tutto le possibili cause di questa presenza indesiderata nei prodotti bio: dall’uso improprio di fosetyl e/o di fosfito di potassio/sodio per la difesa fitosanitaria, all’aggiunta non dichiarata di fosfiti o fosetyl-Al ai mezzi tecnici, alla naturale presenza di fosfiti nei concimi e negli ammendanti o, infine, alla loro produzione spontanea da parte delle colture arboree.

Nel progetto BIOFOSF, dedicato alle contaminazioni da fosfito delle colture orticole e frutticole, sono state realizzate prove sperimentali di campo su colture bio (patata, uva, rucola, pere, pomodoro e kiwi), applicando concimi organici, inorganici e prodotti per la protezione ammessi in biologico, valutandone la potenziale fonte nascosta di acido fosfonico. E’ stato, quindi, effettuato uno screening dei mezzi tecnici (fertilizzanti) ammessi in bio, per verificare l’assenza di acido fosfonico/etilfosfonico ed uno studio sulla degradazione dei prodotti a base di fosetyl.

È emerso che, nelle colture considerate, l’acido fosfonico non viene prodotto spontaneamente dalla pianta, ma si rileva esclusivamente in seguito ad applicazioni di fosetyl-derivati o sali di fosfito, che possono essere effettuate anche inconsapevolmente, tramite l’uso di mezzi tecnici ammessi in biologico, ma contaminati in fase produttiva o irregolari per aggiunte non dichiarate di fosfito o di fosetyl. Inoltre, a causa di diversi tempi di degradazione, è possibile riscontrare o entrambi gli acidi, etilfosfonico e fosfonico insieme, o, se trascorre più tempo, solo quest’ultimo, che degrada più lentamente. La rilevazione del solo acido fosfonico, pertanto, è di per sé sufficiente per indurre a verificare l’applicazione di sali di fosfito, non ammessi in biologico, e, quindi, di eventuali irregolarità.

La contaminazione da fosfonato – ha dichiarato Alessandra Trinchera, ricercatrice del CREA Agricoltura e Ambiente e coordinatrice di entrambi i progetti – è un problema molto sentito dai produttori biologici italiani, penalizzati per la contaminazione di alcuni loro prodotti, pur avendo seguito correttamente i disciplinari. BIOFOSF ha, di fatto, chiarito sia la dinamica di degradazione del fosetyl, un fitosanitario con ampi residui di acido fosfonico, sia la capacità delle specie frutticole di accumulare il fosfonato nelle loro parti legnose per rilasciarlo successivamente alle foglie ed ai frutti, impattando sui tempi di conversione degli arboreti in bio. Vista la presenza di fosfonato in prodotti a base di rame e di alghe, è, inoltre, necessario implementare adeguatamente il sistema di registrazione e di controllo qualità dei mezzi tecnici per la protezione e la fertilizzazione in biologico. I risultati presentati oggi al Biofach 2020 del progetto BIOFOSF-WINE hanno dimostrato come a volte i 3 anni di conversione in biologico non sono sufficienti a garantire la decontaminazione da fosfiti di un vigneto convenzionale. Nel vino, poi, giocano un ruolo determinante anche i coadiuvanti di fermentazione: abbiamo infatti verificato che il fosfato biammonico e alcuni lieviti possono contenere fosfito, elemento che sottolinea ulteriormente l’importanza di prevedere ulteriori restrizioni per i mezzi tecnici da utilizzare in biologico non solo in campo, ma anche in cantina”.

I due progetti di ricerca dedicati, ossia BIOFOSF “Strumenti per la risoluzione dell’emergenza fosfiti nei prodotti ortofrutticoli biologici” e BIOFOSF-WINE “Strumenti per la risoluzione dell’emergenza fosfiti in uve e vini biologici”, finanziati dal Mipaaf e coordinati dal Crea, con il suo centro Agricoltura e Ambiente, hanno entrambi operato seguendo un approccio ampiamente partecipato. Nel progetto BIOFOSF sono stati coinvolti altri centri CREA (Cerealicoltura e Colture Industriali e Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura), le associazioni del biologico (Federbio), produttori del comparto (BRIO, Apofruit, BioTropic) e la principale associazione italiana di produttori di fertilizzanti (Federchimica- Assofertilizzanti). Nel progetto BIOFOSF-WINE invece collaborano a vario titolo con il CREA – Agricoltura e Ambiente – la Fondazione E. Mach, Federbio, Alleanza Cooperative, l’Unione Italiana Vini, con l’importante supporto dei Laboratori Vassanelli.

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Dal CREA: la ricerca per prevenire la malattia senza rimedio degli agrumi

Potrebbe essere per gli agrumi quello che la xylella è stata per gli ulivi. Si tratta del greening o HLB (Huangolongbing o “malattia del ramo giallo”), una terribile malattia causata dal batterio Candidatus liberibacter che sta mettendo in ginocchio l’agrumicoltura mondiale. Per questo la ricerca, in una vera e propria corsa contro il tempo, sta provando a fermarne l’avanzata verso il Mediterraneo ed il Vecchio Continente, adottando una strategia preventiva grazie a PreHLB – (PREVENTING HLB EPIIDEMICS FOR ENSURING CIITRUS SURVIVAL IIN EUROPE).


La malattia senza rimedio

Si tratta del greening o HLB (Huangolongbing o “malattia del ramo giallo”), una terribile malattia causata dal batterio Candidatus liberibacter che sta mettendo in ginocchio l’agrumicoltura mondiale. Colpisce sia il portainnesto che la varietà di agrumi (arancio, pompelmo, limone, lime, mandarino) e ad oggi non si conoscono purtroppo specie agrumicole “resistenti”. Quindi, si può solo giocare d’anticipo per impedire l’eventuale diffusione del batterio, di cui esistono tre specie, alle quali è stato attribuito il nome del continente nel quale sono state ritrovate per la prima volta: asiaticus (il più aggressivo e temuto), africanus e americanus.
Il batterio viene trasmesso da un insetto parassita, ma anche attraverso l’innesto o il movimento di materiale infetto. Le piante colpite mostrano ingiallimento delle nervature e maculature a chiazze delle foglie, che progrediscono fino a conferire a tutto il ramo un intenso colore giallo. I frutti sono piccoli, asimmetrici, e mostrano a maturità una persistente colorazione verde, da cui il nome di Citrus greening. Il succo conserva un basso rapporto tra grado zuccherino e acidità. Una volta infettata, la pianta va in declino e muore nell’arco di pochi anni.
Sebbene l’HLB sia comparsa in Cina da oltre un secolo, oggi rappresenta la principale minaccia a livello mondiale per l’agrumicoltura. Basti pensare che in Florida, dalla sua prima identificazione nel  2005, ad oggi, in 14 anni, la produzione di arance è crollata più del 75%, mentre quella di pompelmo addirittura dell’85%. Intanto, il batterio viaggia ed il suo vettore è stato già ritrovato nelle Isole Canarie e in Portogallo.

L’impegno della ricerca
Per questo la ricerca, in una vera e propria corsa contro il tempo, sta provando a fermarne l’avanzata verso il Mediterraneo ed il Vecchio Continente, adottando una strategia preventiva grazie a PreHLB – (PREVENTING HLB EPIIDEMICS FOR ENSURING CIITRUS SURVIVAL IIN EUROPE).
Si tratta di un progetto H2020 di durata quadriennale, (2019-2023) con uno stanziamento di poco più 8 milioni di euro, coordinato dalla Spagna (CSIC-IBMCP) e che coinvolge 24 Paesi, tra cui quelli a vocazione agrumicola dell’area mediterranea sicuramente più a rischio (come Portogallo, Spagna, Italia, e Israele), oltre a Francia, Regno Unito, Olanda e 2 paesi extra europei  (Brasile e Cina), in cui il Greening è già presente. L’Italia partecipa con il CREA Olivicoltura Frutticoltura Agrumicoltura di Acireale, l’Università di Catania e il CNR di Bari.
Sono due gli obiettivi da raggiungere: in primo luogo lo sviluppo e l’attuazione di un piano strategico multidisciplinare che mira ad adottare tutte le principali misure per proteggere l’area agrumicola mediterranea dalla potenziale invasione dei vettori (Trioza erytreae e Diaphorina citri) e del patogeno C. liberibacter; poi, la messa a punto di nuove soluzioni per gestire la malattia, anche a lungo termine. Tra queste ultime, vi è anche l’identificazione di geni di resistenza, utilizzati per dar vita, in futuro, a nuovi genotipi immuni al batterio, mediante l’utilizzo delle New breeding techniques e la produzione di biopesticidi innovativi.

Il contributo del CREA
Ed è proprio in questo ambito che sono impegnati i ricercatori del CREA Olivicoltura, Frutticoltura, Agrumicoltura di Acireale, coordinati da Concetta Licciardello e responsabili dello studio del genoma di una pianta che resiste alla malattia, ma appartenente a un genere affine ai citrus, ovvero l’Eremocitrus glauca che, insieme al cosiddetto “Caviale di limone” è tra le pochissime specie resistenti ad HLB. Ed è proprio lì che si dovranno individuare le fonti di resistenza per “trasferirle” nelle piante minacciate e, magari, arrivare a degli ibridi che siano inattaccabili dal greening. Il CREA, inoltre, coordina tutte le attività del progetto inerenti la trascrittomica ovvero lo studio dei geni che si attivano a seguito dell’infezione. In particolare, guiderà ricercatori spagnoli, francesi e cinesi, che si interesseranno ciascuno di specie affini ai citrus, tolleranti e suscettibili al Greening. Attualmente, il CREA ha avviato la scelta delle piante e tutte le procedure che, con il nuovo anno, porteranno ai primi dati di sequenziamento di Eremocitrus.
Il trasferimento dei risultati a tutte le parti interessate (la ricerca, gli agricoltori, gli stakeholders e i servizi fitosanitari) sarà fondamentale per concorrere ad arrestare la diffusione di una malattia dagli esiti potenzialmente devastanti e che vede nei piccoli giardini (appezzamenti) -considerata la rapidità con cui la malattia si diffonde- le realtà agrumicole più a rischio.

Contatto stampa: Giulio Viggiani cell. 3384089972
Coordinatore Ufficio Stampa: Cristina Giannetti cell 345 045 1707

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AGRIFOODMAKER 2019: premiata l’innovazione circolare di BIOCOSì

Il progetto BIOCOSi, cui partecipa ENEA nel ruolo di coordinatore di progetto si è aggiudicato il “Premio Nazionale per l’Innovazione nel settore dell’Agricoltura e dell’Alimentazione”, consegnato lo scorso 19 ottobre durante Maker Faire Roma da Carlo Hausmann, Direttore Generale di Agro Camera in una cerimonia che ha visto premiati anche il progetto Agribiom “Bio-spray pacciamante” ed  il “Trattore sensorizzato per analisi ergonomica e agricoltura di precisione”, del CREA – Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari.

Il premio promosso da Ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Agro Camera – Azienda speciale della Camera di Commercio di Roma per lo sviluppo del settore agroalimentare, Arsial – Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio ed Innova Camera – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma per l’innovazione, è un riconoscimento per l’innovatività, la concretezza, l’utilità ambientale, economica e sociale e per le  positive ricadute in ambito  pubblico e  privato.

Il progetto Biocosì rappresentato alla Maker Fair  con  uno stand allestito da ENEA, dove si poteva osservare l’esempio di bioeconomia circolare che dal latte arriva alla produzione di una bioplastica compostabile e biodegradabile, coinvolge numerosi partner come la Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti, EggPlant, Caseificio dei Colli Pugliesi, RL Engineering, CSQA Certificazioni, Compost Natura ed è finanziato nell’ambito del bado INNONETWORK dalla Regione Puglia.

La sfida lanciata dalla start-up pugliese EggPlant (in ATS con Compost Natura Srl, Caseificio dei Colli Pugliesi, CSQA Certificazioni srl , RL Engineering srl, ENEA e Università degli Studi di Bari/Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti) che ha sviluppato il progetto BIOCOSÌ (tecnologie e processi innovativi per la produzione di imballaggi 100% BIOdegradabili e COmpostabili per un’industria Sostenibile, economica/circolare ed Intelligente), punta ad utilizzare le acque reflue della filiera casearia per produrre bioplastica per imballaggi e packaging per la conservazione degli alimenti (come ad esempio vaschette per i formaggi o bottiglie per il latte 100% biodegradabili e compostabili).

Per saperne di più accedi da qui al progetto BIOCOSì

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Fiera A&T: l’innovazione a portata di tutti

Si prepara a Torino, Oval Lingotto Fiere,  la 14a edizione (12-14 febbraio) dell’esposizione dedicata alla produzione industriale: industria 4.0, innovazione, ricerca, testing e automazione… ready to use!

Oltre 400 aziende specializzate parteciperanno al primo evento annuale di aggiornamento e miglioramento industriale: un approccio orientato alla sperimentazione, dove si potranno vedere all’opera i macchinari e i vantaggi che la loro implementazione garantisce, direttamente in linea.

In più…

A&T organizza un percorso di avvicinamento in tre eventi, tra loro complementari: è possibile per le PMI introdurre tecnologie innovative e, nel contempo, trasformare digitalmente i modelli aziendali?

Se ne parlerà qui:

> Additive Manufacturing Metallo, 8 novembre, Milano

> Robotica e Intelligenza Artificiale, 22 novembre, Milano

> Lean manufacturing e Logistica Integrata, 29 novembre, Bologna

Parteciperanno gli esperti del Comitato Scientifico di A&T e rappresentanti di alto livello del mondo industriale.
Ingresso gratuito previa registrazione.

Inoltre, due nuovi percorsi espositivi: uno verticale, dedicato a Prove e Misure; l’altro trasversale, con le più recenti innovazioni sul fronte digitalizzazione dei processi industriali.

Clicca qui per saperne di più e per partecipare

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Convegno CREA “Le nuove frontiere del biologico: la ricerca incontra il mondo operativo”

Il 4 luglio, il CREA Orticoltura e Florovivaismo di Monsampolo del Tronto (AP) organizza il convegno “Le nuove frontiere del biologico: la ricerca incontra il mondo operativo”.

L’evento, rivolto ad agricoltori, tecnici, ricercatori, portatori di interesse, consumatori e appassionati di agricoltura si svolgerà all’aperto presso i campi sperimentali della sede di Monsampolo. Nel corso della manifestazione, i ricercatori illustreranno gli studi attualmente in corso, finalizzati all’ottenimento di protocolli agronomici sostenibili che portino a produzioni remunerative per gli agricoltori e a prodotti con elevate caratteristiche qualitative.

Scarica il programma broch_ Le nuove front del bio_4 lug 2019

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Innovagorà, piazza dei brevetti e dell’innovazione italiana: i brevetti bioeconomia e agroalimentare

Da lunedì 6 a mercoledì 8 maggio si tiene a Milano l’evento nazionale che intende far conoscere e valorizzare brevetti e tecnologie nate nel mondo della ricerca pubblica. L’iniziativa è promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, organizzata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche insieme al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci e realizzata in collaborazione con Il Corriere della Sera


Dal 6 all’8 maggio 2019 Milano diventa capitale dell’innovazione con InnovAgorà, la ‘piazza’ dei brevetti della ricerca italiana, l’evento nazionale che ha l’obiettivo di far conoscere e valorizzare brevetti e tecnologie nati nel mondo della ricerca pubblica e metterli a disposizione dello sviluppo economico-sociale del Paese.
L’iniziativa è stata presentata oggi in una conferenza stampa ospitata dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, sede dell’evento, a cui hanno partecipato il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Marco Bussetti, il Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Massimo Inguscio, il Responsabile Dipartimento Università del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Giuseppe Valditara, il Direttore Generale del Museo Fiorenzo Marco Galli e Alessandro Bompieri, Direttore Generale News Italy RCS.

Promosso dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, l’evento è organizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche insieme al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e realizzato in collaborazione con Il Corriere della Sera: protagoniste saranno 171 ‘innovazioni’ messe a punto da ricercatori e team di ricerca provenienti da 48 Università italiane e 13 Enti di ricerca di tutta Italia, suddivise in 7 aree tematiche che rispecchiano temi oggi prioritari per l’economia:

– Bioeconomia e agroalimentare

– Manifattura intelligente: materiali innovativi, robotica e Ict

– Energia sostenibile, ambiente e tecnologie verdi

– Società intelligenti, sicure e inclusive; Mobilità sostenibile

– Dispositivi per la diagnosi e la cura

– Nuovi farmaci e biotecnologie per la salute

– Tecnologie innovative per l’edilizia, le infrastrutture  e il patrimonio culturale.


I brevetti “Bioeconomia e Agroalimentare”

17 Tracciabilità degli alimenti, QR CODE e DNA Catering
23 Food/fluid screening mediante risonanza magnetica per l’identificazione e quantificazione di zuccheri e altre sostanze
36 Nuovo pastorizzatore per il trattamento del latte umano donato delle banche del latte
39 Bio-ristor: monitoraggio in continua dei parametri biochimici nella linfa delle piante
46 Uso di acidi grassi come esaltatori del gusto nei prodotti alimentari
47 Procedimento di trattamento di materiali fibrosi per ottenere proprietà idrorepellenti
67 Dispositivo per il rilevamento della maturazione fenolica dell’uva basato su smartphone e analisi di immagini
81 Rimozione di inquinanti organici dalla cera
82 Sequenze nucleotidiche ed amminoacidiche di fitoplasmi responsabili della flavescenza dorata e fitoplasmi filogeneticamente simili, e loro uso
83 Processo per la produzione di una pasta alimentare di grano duro ad elevato potenziale nutrizionale e pasta alimentare di grano duro ad elevato potenziale nutrizionale
84 Dispositivo e procedimento di riduzione della dispersione nell’ambiente di polvere da abrasione di sementi conciate da parte di seminatrici pneumatiche di precisione
86 Apparato per la denocciolatura delle olive
94 Sistema mobile per la sicurezza alimentare
122 Batteri lattici e film edibile antibatterico: nuove soluzioni di packaging
123 Composizione edibile per la conservazione degli alimenti, procedimento per la sua preparazione e relativi usi
124 Metodo molecolare per l’autenticazione di pani tradizionali/tipici a lievitazione naturale
130 Associazione a base di inulina e suo impiego come sostituto dei grassi in composizioni e formulazioni alimentari
143 Riduzione dell’acrilammide in un alimento
148 Sistema di illuminazione per organismi fotosintetici acquatici
149 Procedimenti e composizioni per la produzione di astaxantina da organismi marini
167 Impianto per trattare reflui organici e per realizzare un fertilizzante
170 Un microchip per l’anti-contraffazione di oli

 


I 171 inventori – singoli o in team – avranno l’opportunità di presentare le proprie innovazioni e prototipi in una tre giorni densa di appuntamenti, con presentazioni di brevetti, incontri B2B, workshop tematici e sessioni speciali ai quali saranno presenti investitori, imprenditori e rappresentanti delle associazioni di categoria partner dell’evento. Inoltre, all’interno del Museo, per tutta la durata dell’evento sarà allestita un’area espositiva con una selezione di prototipi.

Il programma di ‘InnovAgorà’ è ricco di tavole rotonde e momenti di approfondimento su temi di stretta attualità scientifica. Ad aprire i lavori sarà l’evento inaugurale di lunedì 6 maggio (ore 11, spazio Polene), un ampio confronto sul tema dell’innovazione al quale saranno presenti rappresentanti istituzionali, imprenditori e associazioni di categoria: in particolare, interverranno il Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Massimo Inguscio con una relazione sul tema ‘L’offerta: la ricerca pubblica in Italia, i settori di eccellenza e gli scenari di sviluppo’ e, in chiusura, il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Marco Bussetti con un intervento su ‘La valorizzazione della ricerca pubblica come opportunità di crescita per il Paese’.

Sempre lunedì 6 maggio alle ore 14 è in programma una sessione speciale dedicata al tema ‘Intelligenza Artificiale’. Curata dal Tavolo Tecnico Intelligenza Artificiale istituito dal MIUR, sarà un’occasione per definire l’agenda italiana del settore, tenuto conto del recente piano di coordinamento avviato dalla Commissione Europea sul tema, e presentare il programma di formazione nazionale previsto per i dottorati.

Altri momenti saranno specificatamente dedicati a vari aspetti del trasferimento tecnologico, a partire dal quadro normativo che regola il tema dei brevetti e della proprietà intellettuale in Italia e dagli strumenti di sostegno ai processi di valorizzazione della ricerca.

Tra questi, la sessione speciale ‘Valorizzazione della ricerca e trasferimento tecnologico: il punto di vista delle imprese’ (lunedì 6 maggio ore 16, a cura delle associazioni di categoria partner dell’iniziativa: Confagricoltura, Confartigianato Imprese, Confcommercio – Imprese per l’Italia, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola media impresa, Confindustria, Unioncamere, Camera di Commercio di Milano Monza-Brianza Lodi, Unione Artigiani Italiani e delle Pmi); il focus sulla ‘Cultura della brevettazione’ (martedì 7 maggio ore 11,30, in cui si parlerà anche della candidatura di Milano ad ospitare il Tribunale Unificato dei Brevetti), il workshop ‘Il sostegno finanziario alla valorizzazione economica della ricerca’ (martedì 7 maggio ore 16), in cui verranno formulate proposte e soluzioni per tradurre l’alta ‘densità scientifica’ che caratterizza il nostro Paese in un’adeguata risposta brevettuale, così da generare un circolo virtuoso innovazione-produttività-crescita-occupazione, così come riscontrabile in altri Paesi.

Oggi alla sua prima edizione, InnovAgorà rappresenta il punto di partenza di un nuovo programma del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca che punta a favorire l’introduzione nella società di applicazioni e tecnologie dal forte impatto innovativo: l’obiettivo è renderlo un appuntamento annuale che si ponga quale strumento di conoscenza e valorizzazione della migliore ricerca italiana.

Info: www.innovagora.it

Ufficio stampa:
Francesca Gorini
Ufficio stampa Cnr
francesca.gorini@cnr.it

Capo ufficio stampa:
Marco Ferrazzoli
marco.ferrazzoli@cnr.it
ufficiostampa@cnr.it
06 4993 3383
skype marco.ferrazzoli1

Vedi anche:

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Premio UNASA 2019

E’ istituito il “Premio UNASA 2019” dedicato alla “OrtoFloroFrutticoltura” (Esclusi Olivo e Vite) e alla “Economia Agraria e al Diritto Agrario”.
E’ previsto un premio per ogni settore, con lo scopo di incentivare nei giovani la passione per la Ricerca.
Possono partecipare ricercatori italiani che abbiano pubblicato un lavoro su rivista internazionale con IF.

– Il lavoro deve essere stato pubblicato nel 2018 (o accettato fino al 28 marzo 2019)
– L’Autore del lavoro partecipante al premio deve essere primo nome o corresponding author ed avere un’età massima di 38 anni al 31.12.2018
– Il termine per la presentazione delle domande è fissato per mercoledì 8 maggio 2019.

Accedi all’avviso del premio Avviso UNASA