Quaderno informativo Mercati e consumi dei prodotti biologici
Quaderno nr. 3 Mercati e competitività
Scaricabile e consultabile il Quaderno informativo Mercati e consumi dei prodotti biologici. Quaderno nr. 3 Mercati e competitività
Sezione Mercati e competitività di impresa
Quaderno nr. 3 Mercati e competitività
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Primi segnali di mercato positivi dopo un biennio. Le difficoltà del comparto agrumicolo nazionale risiedono in gran parte nella propria struttura. L’eccessiva frammentazione della produzione agricola (dimensione media 2,5 ha) e gli impianti poco moderni e razionali provocano minore produttività, scarsa resistenza alle fitopatie (virus della Tristeza) e un calendario di raccolta più breve rispetto ai nostri diretti competitor spagnoli. Dal punto di vista commerciale permane la scarsa propensione degli agricoltori ad associarsi in cooperative e OP che in quanto eccessivamente numerose rimangono di dimensioni economiche medio-piccole e non in grado di svolgere appieno il ruolo di concentrazione dell’offerta. Il quadro si completa con la maturità dei consumi interni mentre aumenta la concorrenza dei paesi mediterranei (durante la stagione di raccolta) e dell’emisfero australe (in controstagione). Il risultato è un’estrema volatilità delle quotazioni del prodotto nazionale in funzione delle produzioni nazionali e dell’andamento del mercato internazionale. Dopo un biennio piuttosto negativo per la filiera, tuttavia, i dati della campagna 2019/2020 mostrano alcune conferme – come la riduzione delle superfici di produzione, anche se una quota in riconversione varietale – e qualche segnale positivo (produzioni di ottima qualità e prezzi all’origine in aumento).
La Calabria si conferma seconda regione per superficie in produzione di arance, dopo la Sicilia
Accedi da qui al Report completo ISMEA Tendenze_Agrumi_1_2020
DOP IGP 20% del valore agroalimentare nazionale. Export per la prima volta oltre 9 miliardi
La #DopEconomy italiana si conferma driver fondamentale e indiscusso dei distretti agroalimentari del nostro Paese. Lo certifica il XVII Rapporto Ismea-Qualivita che nella sua analisi sui dati produttivi 2018 registra una ulteriore crescita che si inserisce nel trend degli ultimi dieci anni per il settore Food e Wine DOP IGP, con un valore alla produzione delle oltre 800 Indicazioni Geografiche che per la prima volta supera i 16,2 miliardi di euro (+6,0% in un anno) e con l’export che scavalca la soglia dei 9 miliardi di euro (+2,5%), grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti.
SCARICA IL RAPPORTO ISMEA QUALIVITA 2019 E LE SCHEDE INFOGRAFICHE
#DopEconomy: il peso nell’economia agricola italiana
Il valore di 16,2 miliardi di euro della produzione certificata DOP e IGP agroalimentare e vinicola nel 2018 mette a segno un +6,0% rispetto all’anno precedente e conferma un trend di crescita ininterrotto negli ultimi dieci anni per il comparto. Un incremento di un miliardo in un solo anno del valore alla produzione per il Food e Wine DOP IGP italiano, con la #DopEconomy che arriva a fornire un contributo del 20% al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale. Crescita trainata dalle performance del comparto vino (+7,9% valore alla produzione dell’imbottigliato), ma ottima è anche la tendenza dell’agroalimentare (+3,8% valore alla produzione).
Export DOP IGP: ruolo guida per il made in Italy di qualità
Le DOP e IGP agroalimentari e vitivinicole consolidano il loro ruolo guida della qualità agroalimentare “made in Italy” all’estero, con un export di settore che per la prima volta raggiunge e supera i 9 miliardi di euro nel 2018. Una crescita che vale il +2,5% in un anno, mantenendo stabile la quota del 21% nell’export agroalimentare italiano. Il contributo maggiore a questo risultato è fornito dal comparto dei vini con un valore di oltre 5,4 miliardi mentre più stabile è il valore delle DOP e IGP agroalimentari che si attesta sui 3,6 miliardi per un +1,2% annuo.
Impatto territoriale: valore diffuso fra piccole realtà produttive e grandi distretti
L’analisi degli impatti economici territoriali elaborata nel Rapporto Ismea-Qualivita 2019, mostra come tutte le province in Italia hanno una ricaduta economica dovuta alle filiere IG agroalimentari e/o vitivinicole, un sistema che caratterizza tutto il Paese anche se la concentrazione del valore è forte in alcune realtà: le prime quattro regioni per impatto economico si trovano al Nord Italia e concentrano il 65% del valore produttivo IG e le prime cinque province superano la metà del valore complessivo generato a livello nazionale dalle filiere Food e Wine DOP IGP. Si contano cinque regioni sopra 1 miliardo € di valore generato dalle IG.
Food DOP IGP STG: prima volta valore oltre 7 miliardi, export +218% dal 2008
Nuovo record per l’agroalimentare italiano DOP IGP STG che nel 2018 raggiunge i 7,26 miliardi di euro di valore alla produzione e cresce del +3,8% rispetto al già positivo 2017, con un trend del +43% dal 2008. Il valore al consumo pari a 14,4 miliardi di euro conferma il risultato dell’anno precedente, mentre continua la crescita sul fronte export che per il comparto Food IG raggiunge i 3,6 miliardi di euro per un +1,2% su base annua con le esportazioni agroalimentari DOP IGP che dal 2008 hanno registrato ogni anno una crescita in valore (+218% in totale). Un terzo delle esportazioni in valore è verso Paesi Extra UE (33%), mentre i mercati principali si confermano Germania (20%), USA (18%) e Francia (15%).
Vino DOP IGP: 8,9 miliardi il valore imbottigliato, export 5,4 miliardi
Grande crescita anche per il valore alla produzione dei vini IG sfusi a 3,5 miliardi di euro (+9,1% su base annua), con l’imbottigliato che raggiunge 8,9 miliardi di euro (+7,9%). La produzione complessiva resta sotto la soglia dei 25 milioni di ettolitri con tendenze opposte tra le DOP che superano i 16 milioni di ettolitri (+7,4%) e le IGP ferme a 8,3 milioni di ettolitri (-10,3%). La trasformazione di alcune IGP e l’introduzione di nuove DOP, hanno contribuito ad affermare queste ultime nell’assetto geografico e quantitativo nazionale. Ancora bene l’export che nel 2018 raggiunge 5,4 miliardi di euro (+3,5%) su un totale di 6,2 miliardi del vino italiano nel suo complesso: i vini DOP IGP rappresentano il 74% del totale export vinicolo italiano in volume e l’87% in valore.
DOP IGP STG nel mondo: oltre un prodotto su quattro è italiano
A fine 2019 l’Italia conferma il primato mondiale per numero di prodotti certificati con 824 DOP, IGP, STG nei comparti Food e Wine su 3.071 totali: oltre un prodotto su quattro registrato come DOP, IGP, STG nel mondo è italiano. Nel 2019 sono state registrate 32 nuove IG nel mondo, 24 Food (fra cui l’Olio di Puglia IGP in Italia) e 8 Wine (fra cui il Nizza DOP in Italia), con i numeri maggiori in Spagna (+7), Croazia (+4), Regno Unito, Italia, Francia, Grecia, Austria, Romania (+2). Nel 2019 l’Italia raggiunge la soglia dei 300 prodotti Food DOP, IGP, STG: anche questo un primato mondiale (il secondo Paese è la Francia con 251 prodotti Food IG).
Fonte: Fondazione Qualivita
Previste misure a supporto di Imprese, Infrastrutture e Pubblica amministrazione
Roma, 28 febbraio 2020 – Il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, il Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e Cassa Depositi e Prestiti hanno sottoscritto oggi un Protocollo d’Intesa, previsto dal Piano Sud 2030, volto a supportare le misure per lo sviluppo del Mezzogiorno e per le politiche di Coesione.
L’accordo, firmato dal Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, e dall’Amministratore delegato di CDP, Fabrizio Palermo, pone le basi per una collaborazione istituzionale rivolta al supporto delle imprese, delle infrastrutture e delle pubbliche amministrazioni delle Regioni e Comuni del Mezzogiorno attraverso la realizzazione di una serie di progetti e iniziative che promuovano gli investimenti e favoriscano lo sviluppo sostenibile dell’area.
La collaborazione fra CDP e il Ministro per il Sud si allargherà inoltre alla valorizzazione delle opportunità offerte dal nuovo piano di investimenti europeo “InvestEu”. Così come per il Piano Juncker, CDP punta ad affermarsi, anche per InvestEu, come primo Istituto Nazionale di Promozione europeo per risorse mobilitate e strumenti attivati. A tal fine si è già attivata per ottenere il ruolo di “implementing partner” in modo da essere immediatamente operativa contestualmente all’avvio del Piano previsto per il gennaio 2021.
Con la firma di oggi, le Parti s’impegnano a realizzare progetti congiunti nei seguenti ambiti:
Imprese
Per favorire il tessuto imprenditoriale, accanto al tradizionale strumento dei finanziamenti, saranno attivati strumenti di finanza alternativa come i basket bond; si punterà, inoltre, a favorire il ricorso al credito agevolato attraverso la concessione di finanziamenti a medio – lungo termine, mediante il Fondo Rotativo Imprese e investimenti in risk sharing attraverso la concessione di garanzie. Le Parti s’impegneranno per incentivare la conoscenza e la diffusione degli strumenti finanziari messi a disposizione da CDP a sostegno dell’accesso al credito e degli investimenti delle imprese del Sud.
Pubbliche amministrazioni
Il Protocollo prevede un possibile supporto di CDP alle Pubbliche Amministrazioni delle Regioni e Comuni del Mezzogiorno nella valutazione della sostenibilità finanziaria, dei rischi e della finanziabilità di interventi mediante l’utilizzo di schemi di Partenariato pubblico-privato. CDP inoltre, assisterà le amministrazioni, nelle fasi di sviluppo di nuove iniziative, mettendo a disposizione il proprio know how tecnico amministrativo, e servizi di consulenza gestionale, legale e ingegneristica.
Sostenibilità
Le Parti si impegneranno a promuovere nuovi investimenti nell’ambito della sostenibilità con particolare attenzione ai temi della mobilità sostenibile, della transizione energetica, dell’economia circolare e delle infrastrutture sociali. Le parti, inoltre, valuteranno specifiche iniziative di educazione finanziaria nelle scuole con riferimento al risparmio, all’educazione finanziaria e allo sviluppo sostenibile
Le parti s’impegnano a costituire una Cabina di regia per l’attuazione degli obiettivi del Protocollo, composta da tre rappresentanti di CDP e tre rappresentanti del Ministro, prevedendo la partecipazione di rappresentanti di altri Ministeri, in relazione ai temi trattati.
Fonte: Ufficio Stampa Cassa Depositi e Prestiti
Sono 28 i terreni pubblici in Calabria messi all’asta dalla Banca nazionale delle terre agricole:
L’elenco completo dei terreni messi all’asta è disponibile sul sito www.ismea.it/banca-delle-terre.
Le manifestazioni di interesse on line possono essere presentate fino al 19 aprile, mentre le offerte potranno essere presentate dal 27 aprile fino a 11 di giugno 2020.
La partecipazione è aperta a tutti. La finalità del bando è quella di favorire il ricambio generazionale in agricoltura e il ritorno dei giovani alla terra; infatti sono previsti mutui trentennali al 100% con rate agevolate semestrali o annuali e sostegni ad hoc per l’imprenditoria agricola under 41.
La “Banca nazionale delle terre agricole”, istituita dall’art. 16 della legge 28 luglio 2016, n. 154, costituisce l’inventario completo dei terreni agricoli che si rendono disponibili anche a seguito di abbandono dell’attività produttiva e di prepensionamenti, raccogliendo, organizzando e dando pubblicità alle informazioni necessarie sulle caratteristiche naturali, strutturali ed infrastrutturali dei medesimi, sulle modalità e condizioni di cessione e di acquisto degli stessi. La Banca è gestita dall’ISMEA ed opera a livello nazionale.
L’Arsac Centro Divulgazione Agricola n. 3 “Alto Ionio Cosentino” di Sibari, in collaborazione con il Consorzio di Tutela del “Limone di Rocca Imperiale IGP”, organizza un corso teorico-pratico di potatura del limone.
Il corso si svolgerà presso la sala del “Convento dei Frati Osservanti” di Rocca Imperiale il 20, 22 e 23 Aprile 2020, per un totale di 12 ore:
Per partecipare al corso è necessario compilare la domanda di partecipazione (clicca per scaricare) la liberatoria di responsabilità (clicca per scaricare) ed allegare copia documento di riconoscimento valido.
La documentazione completa dovrà pervenire entro il 31 marzo 2020 al responsabile corso Dr. Domenico Lanza tramite e-mail domenico-lanza@libero.it e domenico.lanza@arsac.calabria.it.
Il corso prevede un massimo di 30 persone che saranno selezionate dall’ARSAC tra le persone che ne faranno richiesta.
Riparte in Calabria il programma di miglioramento genetico su fragola grazie al rinnovato Accordo di collaborazione siglato nel 2019 tra A.R.S.A.C., Cooperativa Ortofrutticola Torrevecchia di Lamezia T. (CZ) e CREA–OFA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria Centro di Olivicoltura, frutticoltura e agrumicoltura) di Forlì. L’Accordo si prefigge di proseguire il programma di sviluppo avviato con un precedente ciclo progettuale che si è concluso con l’individuazione direttamente in territorio calabrese di alcune nuove selezioni attualmente in fase iniziale di diffusione commerciale. L’obiettivo finale del progetto, che mette insieme i Servizi di Sviluppo Regionali, un soggetto privato ed un organismo di ricerca, è di pervenire alla costituzione di nuove varietà di fragola pienamente adatte all’ambiente calabrese e più in generale alle aree a clima temperato, riducendo l’attuale dipendenza dall’esterno del “sistema fragola” calabrese nella scelta delle varietà da coltivare e quindi migliorare la competitività delle nostre produzioni sui mercati italiani ed esteri in virtù di una maggiore identificazione del prodotto. Nel 2019 nell’ambito del nuovo programma progettuale (della durata di 4 anni) l’Unità Operativa Fragola dell’ARSAC ha costituito nella Piana di Lamezia, presso l’azienda di un socio della Cooperativa Torrevecchia, un “campo semenzali” composto da circa 3.000 semenzali ottenuti da 34 nuove combinazioni di incrocio predisposte da CREA – OFA di Forlì.
L’attività di selezione si è conclusa a metà maggio con l’individuazione di 103 genotipi che sono stati trasferiti in Sila per essere moltiplicati nel vivaio del Centro Sperimentale -Dimostrativo dell’ARSAC di Camigliatello Silano (CS). Con le piante ottenute in vivaio è stato costituto, in ottobre, il campo di 1° livello 2019-2020 dove sul nuovo materiale genetico posto in parcelle proseguirà l’attività di selezione. Nel frattempo sono proseguite le azioni finalizzate alla valorizzazione ed alla diffusione delle nuove selezioni (contrassegnate con la sigla “LAM”) ottenute con il primo ciclo progettuale: LAM 18, LAM 68.4, LAM 22, LAM 85.17. Si tratta di nuovi genotipi che, superata la fase sperimentale preliminare e di collaudo finale in Calabria, hanno iniziato ad essere diffusi già nel 2018 e nel 2019 nelle aziende interessate in Calabria ed in altre Regioni del Sud Italia dove, valutate a confronto con le varietà convenzionali, sono stati in molti casi giudicati positivamente dai produttori e dai tecnici e quindi meritevoli di essere moltiplicati su scala più ampia.
Pertanto, come già accaduto nel 2018, anche nel 2019 si è deciso di affidare il nuovo materiale genetico ai Vivai COVIRO di Cervia (RA), che hanno manifestato interesse e costituito per il secondo anno consecutivo un vivaio in Spagna. Una piccola produzione vivaistica è stata realizzata anche dall’ARSAC nel vivaio del Centro Sperimentale Dimostrativo “Molarotta” di Camigliatello Silano (CS). La produzione complessiva di circa 185.000 piante è stata ritirata da aziende calabresi e da aziende di altre aree fragolicole del Sud Italia ed estere ed inserita nei nuovi impianti 2019-2020, realizzati a partire dal mese di ottobre.
Si ricorda che in Calabria la produzione della fragola è concentrata prevalentemente nella Piana di Lamezia, dove la coltivazione è attuata in coltura protetta su una superficie di circa 200 ettari (in tutta la Calabria la superficie è di circa 240 ettari). Le varietà adottate sono in ordine di importanza la varietà spagnola Sabrina seguita dalla californiana Camarosa e da altre due varietà spagnole Marisol e Melissa.
E’ da rilevare che nel 2019 per la selezione LAM 18 è stata avanzata un richiesta di autorizzazione alla brevettazione in Brasile da parte dell’Università Statale di Santa Catarina – UDESC (Universidade do Estado de Santa Caterina). LAM 18 dopo alcuni di anni di sperimentazione nelle aree fragolicole del Sud del Brasile si è contraddistinta per il suo comportamento costantemente positivo e innovativo per l’areale brasiliano ed il conseguente interesse da parte di ricercatori e produttori che ne prefigurano l’avvio di una diffusione commerciale. Le nuove selezioni contrassegnate con la sigla “LAM” vengono presentate di seguito in una scheda descrittiva.
LAM 18
Selezione a maturazione intermedia, con piante rustiche ad habitus assurgente che hanno elevato accestimento e notevole vigore. Oltre alla una buona produttività (circa 700 g/pianta nelle prove sperimentali ARSAC), l’interesse maggiore per questa selezione deriva dalla grande qualità dei frutti che sono di pezzatura medio-elevata, conico–allungati molto attraenti per la regolarità della forma ed il colore rosso intenso, uniforme anche in inverno. La consistenza della polpa è risultata tra le più elevate tra le varietà e selezioni studiate. La tenuta del frutto (consistenza e tonalità del colore) è buona anche in coincidenza delle alte temperature. Le qualità organolettiche dei frutti sono buone grazie ad un alto contenuto zuccherino ed un equilibrato rapporto acidi-zuccheri. Il contenuto in vitamina C è risultato piuttosto elevato. Il limite alla sua diffusione in Calabria è rappresentato dall’epoca non precoce di maturazione.
LAM 68.4
Pianta rustica e vigorosa. I punti forti di questa selezione sono la precocità di maturazione dei frutti che si abbina ad elevata produttività conseguita sia con piante fresche “cime radicate” che a “radice nuda” (intorno a 800 g/pianta nelle prove sperimentali ARSAC). I frutti hanno un calibro elevato che si riduce soltanto durante l’ultima parte del ciclo produttivo e sono conico regolari e rosso intenso uniforme. Il sapore è buono grazie ad un alto contenuto zuccherino ed un equilibrato rapporto acidi-zuccheri. I punti deboli riguardano la consistenza della polpa che cala in coincidenza delle elevate temperature pur mantenendosi su valori di sufficienza.
LAM 22
Selezione molto interessante per la precocità di maturazione, la buona produttività (circa 700 g/pianta nelle prove sperimentali ARSAC),conseguita con un flusso produttivo costante e per il colore brillante dei frutti. La pianta è rustica e mediamente vigorosa. I frutti, regolari e di grosso calibro, sono di colore rosso brillante piuttosto attraente, hanno una elevata consistenza della polpa ed un buon aroma e sapore.
LAM 85.17
Selezione a maturazione molto precoce con raccolte che, in alcune annate, hanno superato 400 g/pianta nel periodo gennaio – marzo. La pianta è molto vigorosa ed ha evidenziato, in questi anni, la produttività finale più elevata tra tutte le varietà e selezioni studiate nei campi sperimentali a Lamezia T. con produzioni di oltre 900 g/pianta. I frutti sono di forma conico-allungata molto regolare, hanno colore rosso intenso uniforme e consistenza elevata. L’elevata precocità e produttività determinano un calo di pezzatura dei frutti nella seconda parte del ciclo produttivo e una qualità organolettica non elevata ma accettabile, che rappresentano i punti deboli di questa selezione.
Fonte: ARSAC Ufficio Sperimentazione di Catanzaro, Ce.S.A: n. 5
Mipaaf, Bellanova: “Adesso maggiori tutele per prodotti, made in Italy, indicazioni geografiche, consumatori”
25.02.2020
Da oggi uno strumento in più per la tutela dei prodotti made in Italy, le indicazioni geografiche, i consumatori. E soprattutto per il riconoscimento del valore prioritario della identità dei cibi, uno degli elementi fondativi alla base della Dieta Mediterranea patrimonio dell’umanità.Con la riforma, proponente il Ministro Bonafede e co-proponente la Ministra Teresa Bellanova, approvata stasera dal CDM, si rafforzano gli strumenti normativi contro illeciti agroalimentari: frodi, contraffazioni e agropiraterie. “Il falso made in Italy”, ricorda la Ministra Bellanova, “costa al nostro Paese 100 miliardi di euro l’anno, contro i circa 42 di export dei prodotti autentici. Un vero e proprio furto di identità che danneggia i nostri produttori, mina la salute dei consumatori, ingannandoli, rischia di incrinare la reputazione del Paese. Oggi, con questo testo che prende le mosse da una proposta della Commissione Caselli, si garantisce l’effettiva tutela dei prodotti alimentari, si rielabora il il sistema delle sanzioni, si amplia la sfera delle tutele. Non a caso fin dal mio insediamento al Ministero ho sostenuto la necessita di rafforzare ulteriormente il sistema di controlli che già oggi ci pone fra i migliori al mondo per poter tutelare di più e meglio le nostre indicazioni geografiche e i nostri marchi e sconfiggere la concorrenza sleale che avvelena le filiere e produce distorsioni inaccettabili di mercato. Per questo un grazie a Giancarlo Caselli e a tutti i componenti dell’Osservatorio Agromafie che con il loro lavoro hanno contribuito in modo determinante alla definizione delle nuove norme”.
Parte il primo bando nazionale per il finanziamento dei Distretti del cibo, strumento per garantire ulteriori risorse e opportunità per la crescita e il rilancio a livello nazionale di filiere e territori.
Al via anche il bando per il finanziamento di contratti di distretto nell’area colpita da Xylella, secondo quanto previsto dalle leggi di bilancio 2018 e 2019.
“Investiamo nella progettazione territoriale – ha detto la ministra Teresa Bellanova dalla Sicilia, dove è impegnata in incontri e visite istituzionali anche in alcune aziende agroalimentari del palermitano – per favorire la crescita dell’Italia. Dobbiamo sbloccare energie e investimenti. L’agricoltura e l’agroalimentare sono un motore di idee, progetti, nuovi posti di lavoro. Di futuro. Abbiamo lavorato con le Regioni per mettere a punto un bando, il primo, che dia stimolo a una nuova stagione dei distretti del cibo. C’è molto interesse e fermento in tutti i territori, già questa è una scommessa vinta. L’Italia può essere un laboratorio di buone pratiche, investendo sull’economia circolare, sulla ricerca e su formule più forti di collaborazione tra agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione e istituzioni. Noi ci siamo e vogliamo accompagnare questo sviluppo”.
Tutti i dettagli per la partecipazione, e per l’invio delle domande che dovrà avvenire entro il 17 aprile 2020, sono già disponibili sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Alla stessa pagina è pubblicato anche il Registro nazionale dei Distretti del cibo che raccoglie tutte le realtà riconosciute dalle Regioni. Il riconoscimento dei Distretti, infatti, viene affidato per legge alle Regioni e alle Province autonome che provvedono a comunicarlo al Mipaaf presso il quale è istituito il Registro nazionale.
I bandi finanziano progetti da 4 a 50 milioni di euro di investimenti con un’ampia tipologia di spese ammissibili.
Il Contratto di distretto ha lo scopo di promuovere lo sviluppo, la coesione e l’inclusione sociale, favorire l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari.
Il Contratto di distretto Xylella, oltre quanto previsto sopra, ha lo scopo di realizzare un programma di rigenerazione dell’agricoltura nei territori colpiti dal batterio Xylella fastidiosa, anche attraverso il recupero di colture storiche di qualità.
Le risorse disponibili per il finanziamento in conto capitale ammontano a 18 milioni di euro per il bando dei distretti del cibo e a 13 milioni di euro per il distretto Xylella, che utilizza fondi diversi rispetto allo stanziamento di 300 milioni di euro del Piano recentemente approvato in Conferenza Stato-Regioni.
Laddove la richiesta di fondi superasse la disponibilità, è previsto un tetto massimo al contributo a fondo perduto per singolo programma di investimenti pari a 2,5 milioni di euro.
I DISTRETTI DEL CIBO
La legge definisce Distretti del cibo:
– i distretti rurali e agroalimentari di qualità già riconosciuti o da riconoscere;
– i distretti localizzati in aree urbane o periurbane caratterizzati da una significativa presenza di attività agricole volte alla riqualificazione ambientale e sociale delle aree;
– i distretti caratterizzati dall’integrazione fra attività agricole e attività di prossimità.
– i distretti biologici.
Per garantire lo sviluppo di tutto il territorio e non solo delle singole filiere, i Distretti opereranno attraverso programmi di progettazione integrata territoriale.
Fonte: Mipaaf
Uno scontro goloso al gusto di nocciola. L’eco della “guerra” commerciale, scoppiata tra le più importanti industrie dolciarie italiane nel settore delle creme spalmabili alla nocciola, è arrivata anche oltreoceano, sulle pagine del New York Times, che ha dedicato al tema un reportage dal titolo “In Italia una guerra civile alla crema di nocciola”. Che alla fine le preferenze dei consumatori vadano verso l’uno o l’altro prodotto in realtà poco importa: il vincitore assoluto di questo goloso scontro è senza dubbio la nocciola ma quella italiana, pur protagonista, non ha colto ancora tutte le potenzialità, come evidenziano i dati Ismea su consumi, export e produzione.
Nocciole italiane: un frutto amato dai consumatori dal Nord al Sud. Sarà per il gusto, sarà per le proprietà nutrizionali, ma l’acquisto di nocciole da parte delle famiglie italiane negli ultimi tre anni è andato costantemente crescendo; le vendite a volume di nocciole confezionate presso la Grande Distribuzione, sono aumentate del 6,3% nel 2019 rispetto all’anno precedente, per un valore totale di circa 38 milioni di euro. Una crescita che si registra su tutto il territorio italiano, con un picco nel Nord-Ovest del Paese, con vendite di circa 700 mila kg, per un valore di circa 12 milioni di euro. Le nocciole piacciono alle famiglie italiane, e non solo a Natale: i dati del Consumer Panel di Ismea evidenziano, per il 2019, una crescita di spesa del 6,9% rispetto al 2018, favorita anche dall’aumento delle vendite in promozione (+5,2% nel 2019) e da un prezzo medio in contrazione (-2,3% nel 2019).
Le nostre varietà Igp e Dop. L’Italia è un territorio d’elezione per la coltivazione delle nocciole, e oggi rappresenta il secondo player mondiale – alle spalle della Turchia. Nel 2019, il totale della superfice coltivata in Italia è arrivata a 86mila ettari, con una prevalenza geografica nel Lazio (29%), in Piemonte (28%) e in Campania (25%). Si tratta delle aree da cui hanno origine anche le varietà più note e tradizionali tanto da poter vantare la protezione comunitaria in quanto Dop e Igp: le più rappresentative sono la Tonda Gentile delle Langhe Igp (da sola costituisce il 90% della produzione certificata di frutta in guscio italiana Dop/Igp) che nel 2018 contava oltre 8.000 tonnellate certificate per un valore di 29 milioni di euro, la Nocciola di Giffoni Igp e la Tonda Romana Gentile Dop.
Un futuro con qualche ombra. Mentre aumentano le coltivazioni di nocciolo a livello mondiale, il saldo della bilancia commerciale italiana per questo settore è passivo e, nell’ultima campagna, il deficit è cresciuto del 75%, arrivando a 90 milioni di euro. Le ragioni di questo conto al negativo sono imputabili al fatto che la domanda da parte dell’industria dolciaria italiana è superiore di circa un terzo alla produzione nazionale, determinando quindi la necessità di importare nocciole. Il futuro dei corilicoltori italiani appare segnato: valorizzare le produzioni facendo leva su qualità e origine, per sfuggire a dinamiche di mercato internazionali che vedono spesso i prezzi a bordo di montagne russe mozzafiato.
Fonte: Ismea