Sezione Innovazione e Ecoinnovazione

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Al via il nuovo Smart&Start Italia

Il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato la circolare che definisce i nuovi criteri e le modalità di presentazione delle domande per richiedere l’agevolazione prevista dalla misura Smart&Start Italia, che ha l’obiettivo di sostenere la nascita e lo sviluppo, su tutto il territorio nazionale, di startup innovative.

Smart&Start Italia ha a disposizione circa 90 milioni di euro di risorse per finanziare piani d’impresa, di importo compreso tra 100 mila euro e 1,5 milioni di euro, finalizzati alla produzione di beni e l’erogazione di servizi ad alto contenuto tecnologico e innovativo. Questi piani d’impresa potranno essere realizzati anche in collaborazione con organismi di ricerca, incubatori e acceleratori d’impresa, Digital Innovation Hub.

Le principali novità introdotte, sulla base del decreto ministeriale del 30 agosto 2019, riguardano la semplificazione dei criteri di valutazione e di rendicontazione, l’introduzione di nuove premialità, l’incremento del finanziamento agevolato fino al 90%, un fondo perduto fino al 30% per le imprese del Sud e un periodo di ammortamento fino a 10 anni.

A partire dal 20 gennaio 2020 le domande con i nuovi criteri per la richiesta dell’agevolazione potranno essere inviate a Invitalia, soggetto gestore della misura.

Per maggiori informazioni

Smart & Start Italia – Sostegno alle startup innovative

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Transizione 4.0, una nuova politica industriale per il Paese

Lettera del Ministro a “Il Sole 24 Ore”

Mercoledì, 18 Dicembre 2019

Gentile Direttore,

la ringrazio per lo spazio concessomi. In queste settimane la polemica politica ha infuriato a scapito del buon senso e di una corretta narrazione della Legge di Bilancio. In questa Manovra sono infatti presenti importantissime misure per le imprese: l’Italia si dota di una nuova politica industriale 4.0, più inclusiva e attenta alla sostenibilità, che ho avuto modo di anticipare proprio su queste pagine appena insediato. Diciamo, senza alcuno slogan, una promessa mantenuta. Il Piano Transizione 4.0 oggi è realtà grazie anche al contributo delle associazioni che abbiamo coinvolto da subito.

Entriamo nel merito e nel metodo. I numeri ci hanno confermato l’effetto le-va sugli investimenti del piano Impresa 4.0, evidenziando al contempo criticità. Se prendiamo come riferimento il valore complessivo degli investi-menti in beni materiali e immateriali connessi a tecnologie 4.0, pari a circa 13 miliardi di euro, il dato è positivo. Se lo confrontiamo con il numero di imprese beneficiare, circa 53 mila, e soprattutto con il numero di quelle che hanno goduto del superammortamento (oltre un milione di contribuenti) ci rendiamo conto che la platea di potenziali beneficiari delle misure è ancora ampia.

Se si scende nel dettaglio ci si accorge che i 2/3 degli incentivi sono andati a medio grandi imprese; gli investimenti hanno riguardato principalmente la componente macchinari (10 miliardi d’investimenti in beni materiali contro i 3 miliardi in beni immateriali). Inoltre, solo 95 imprese in Italia hanno effettuato investimenti in beni di valore superiore ai 10 milioni di euro; 233 sono state invece interessate da progetti di ricerca e sviluppo di valore superiore ai 3 milioni di euro.

Tutto questo ci ha spinti a rivedere alcuni meccanismi e caratteristiche del mondo 4.0. Anzitutto, abbiamo dato alle misure una maggiore stabilità programmando la revisione in ottica pluriennale, così da garantire alle imprese un respiro di medio lungo periodo. Poi siamo passati agli strumenti di accesso, individuando il credito d’imposta come principale canale. Con la trasformazione del super e iper ammortamento nel nuovo credito d’imposta per beni strumentali, genereremo un significativo ampliamento della platea dei potenziali beneficiari: le stime sono +40%. Le misure diverrebbero infatti fruibili anche dai soggetti senza “utili” e in regime forfettario (penso alle imprese agricole).

Inoltre, il ricorso al credito d’imposta compensabile in 5 anni comporta una riduzione del tempo di rientro dell’incentivo (soprattutto per i beni materiali, se si considera un periodo medio di ammortamento di 8 anni) e un’anticipazione del momento di fruizione già da gennaio dell’anno successivo. Mentre oggi bisogna aspettare la dichiarazione fiscale dell’anno seguente a quello dell’investimento: un recupero di tempo pari a circa 7 mesi.

In ogni caso abbiamo preservato l’automatismo degli incentivi ed escluso ogni limite alla compensazione. Oltre a garantire un maggiore accesso, abbiamo potenziato l’incentivo per acquisto di software, incrementandone l’intensità per l’acquisto di beni immateriali ed eliminando il vincolo d’investimento con i beni materiali.

Soprattutto, abbiamo caratterizzato il Piano Transizione 4.0 con una maggiore attenzione all’innovazione, agli investimenti green e per le attività di design e ideazione estetica svolte dalle imprese operanti nei settori tessile e moda, calzaturiero, occhialeria, orafo, mobile e arredo e della ceramica. Il tutto per valorizzare ulteriormente le produzioni del nostro Made in Italy.

Siamo convinti delle potenzialità delle nuove misure anche perché garanti-ranno una maggiore competitività, tendendo a premiare maggiormente chi più investe in innovazione sostenibile, ricerca, sviluppo e formazione.

L’intero piano comporta un’iniezione di risorse per le imprese pari a circa 7 miliardi di euro. Nessuno può considerarsi escluso, nemmeno le grandi: i nuovi tetti alle misure comportano comunque la possibilità di beneficiare dell’incentivo nei limiti della nuova soglia. Inoltre, avranno la possibilità di accedere alle ulteriori risorse disponibili presso il MiSE per circa un miliardo di euro, dedicate specificamente a grandi progetti di ricerca, sviluppo e in-novazione.

Il Piano Transizione 4.0 non è l’unica misura prevista in manovra a favore delle imprese: penso allo stanziamento dei 100 milioni per l’IPCEI sulle batterie; al rifinanziamento di tutte le misure strategiche del MiSE come la “Nuova Sabatini”; i Contratti di sviluppo per il sostegno all’innovazione dell’organizzazione, dei processi e della tutela ambientale; le aree di crisi industriale; il Fondo di garanzia PMI rifinanziato con ben 670 milioni; fino al potenziamento degli ITS.

Non possiamo tuttavia limitarci a stanziare risorse. La crescita tecnologica è un processo che va supportato anche con il sostegno in termini di formazione e informazione. Per questo motivo abbiamo lanciato la misura dei manager dell’innovazione e vogliamo creare una solida e stabile connessione tra il mondo produttivo e quello della ricerca. Il fine è garantire un adeguato livello di trasferimento tecnologico: a breve presenteremo il pro-getto Atlante 4.0, il primo portale nato con la collaborazione di Unioncamere per far conoscere le strutture che operano a supporto dei processi di trasferimento tecnologico e trasformazione digitale delle imprese; con Enea stiamo elaborando un piano che, grazie anche al sostegno del Fondo Nazionale Innovazione, contribuirà alla crescita degli investimenti in in-novazione nel nostro Paese.

La Transizione è una grande sfida, ma il nostro tessuto imprenditoriale saprà coglierla avendo il MiSE come primo alleato.

Sterfano Patuanelli

Ministro dello Sviluppo Economico

Fonte: Ufficio Stampa MISE

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Notizie dai Gruppi Operativi PEI: nuove tecniche per la peschicoltura

Pubblicata nella banca dati la scheda del Gruppo Operativo VPM – Introduzione di nuove tecniche a basso impatto ambientale per la valorizzazione della peschicoltura nelle Marche. Il principale obiettivo è quello di orientare la produzione del pesco verso un completo riconoscimento della qualità e tipicità del prodotto, identificando i principali elementi che la contraddistinguono e sviluppando tecniche a basso impatto così da aumentarne la competitività rispetto ad altre realtà produttive caratterizzate da costi di produzione bassi ma non attente alla sostenibilità ambientale. A questo fine si intende perseguire una strategia basata sull’introduzione di tecniche e tecnologie innovative nei punti più critici della filiera di produzione ed informare il consumatore del valore aggiunto del prodotto.

Vai alla scheda del Gruppo Operativo

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Arancia Rossa di Sicilia IGP, arriva la blockchain contro le contraffazioni

L’Arancia Rossa di Sicilia IGP da oggi è protetta dalle contraffazioni anche con tecnologia Blockchain, che garantisce l’autenticità e integrità del frutto in Italia e all’estero. Un bollino tecnologico che racconta l’origine e le caratteristiche del prodotto, facilita le procedure doganali e monitora le condizioni e la temperatura delle arance durante il trasporto per garantire ovunque un frutto di eccellenza.

R.O.U.G.E. “Red Orange Upgrading Green Economy” progetto del Consorzio di Tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP dal raccolto 2019/2020 offre soluzioni di tracciabilità Smart grazie a una piattaforma digitale ad hoc, progettata e realizzata da Almaviva, e basata su tecnologia Blockchain, su modelli di Agricoltura 4.0 e sui principi della Green Economy per la tutela di produttori e consumatori.

Il progetto è stato presentato al Convegno “Rouge, l’Arancia Rossa di Sicilia IGP diventa “Smart”, organizzato dal Consorzio di tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP con il patrocinio del Mipaaf, presso la Sala Cavour del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

“Le arance sono un’eccellenza del Made in Italy: oltre il 50% della produzione totale nazionale viene dalla Sicilia, nel 2018 un milione di tonnellate circa su una produzione italiana di un milione e 622 mila tonnellate. Contraffazioni e frodi rappresentano un danno per il consumatore e una perdita per i produttori. La piattaforma nasce per tutelare l’Arancia Rossa di Sicilia IGP e l’esportazione di questo prodotto unico al mondo che, quest’anno, ha raggiunto anche il mercato cinese” afferma Giovanni Selvaggi, Presidente del Consorzio di tutela Arance Rosse di Sicilia IGP.

I principali vantaggi derivanti da Rouge sono il miglioramento delle operazioni di controllo e quindi della tutela della denominazione insieme alla lotta alla contraffazione, la semplificazione degli adempimenti burocratici e la diminuzione della documentazione cartacea, la riduzione degli errori di imputazione dei dati, il monitoraggio del settore da parte dell’Amministrazione e la possibilità di attuare strategie di promozione dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP sui mercati nazionali ed internazionali.

“Attraverso un bollino TAG/NFC apposto sulla cassetta di frutta e sofisticati sensori che verificano le condizioni di viaggio, come l’umidità e la temperatura, l’App permette di monitorare il campo di produzione grazie a un sistema di geolocalizzazione della mappa fornita da fonte pubblica, la data del raccolto, le modalità di conservazione e di distribuzione”, dichiara Fulvio Conti, responsabile Practice Agricoltura e Ambiente di Almaviva “Il consumatore può conoscere tutta la storia di ogni singola confezione di Arancia Rossa di Sicilia IGP attraverso il proprio smartphone”.

Il bollino hi-tech collegato al sistema Blockchain garantisce la riconoscibilità certa dei dati, basati su informazioni provenienti dalla pubblica amministrazione e dalle aziende legate al Consorzio di tutela. Il

Progetto infatti unisce le competenze del CREA, che raccoglie ed elabora dati di produzione, dell’Università di Catania che sviluppa modelli economici rispetto ai dati raccolti sul campo a supporto delle decisioni di produzione, del Consorzio e dei soci che tracciano il precorso delle produzioni e di Almaviva quale partner tecnologico.

Con la collaborazione e adesione delle GDO alla filiera, Rouge è di supporto anche nella fase di export. grazie alla certificazione delle GDO, che diventa così garante del prodotto, sarà possibile semplificare e snellire gli adempimenti amministrativi, standardizzando le modalità di controllo e riducendo così tempi e costi dell’intero processo di sdoganamento.

 

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IBF Servizi, dalla semina al raccolto. Tutto di precisione

IBF Servizi nasce da ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), ente pubblico economico, e da Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola italiana.
È un progetto con obiettivi strategici: il miglioramento della competitività dell’agricoltura italiana, l’incremento della qualità, la riduzione dei costi, la sostenibilità degli impatti ambientali.
Ed è soprattutto la prima società che eroga servizi di agricoltura di precisione, rendendoli accessibili alle aziende agricole di tutte le dimensioni, con contratti trasparenti di consulenza e affiancamento in tutte le fasi del ciclo di coltivazione.
IBF Servizi offre servizi completi alle aziende nazionali che vogliono applicare metodi dell’agricoltura di precisione.
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Pomodoro “premium” per 365 giorni l’anno in serre Hi-Tech

“Grazie alle nostre serre hi-tech – spiega Mattia Gandini dell’azienda mantovana Gandini – riusciamo a produrre pomodoro premium per 365 l’anno che vendiamo sia con il marchio dell’Op Guidizzolo che con la marca privata dei principali catene italiane. La nostra strategia punta a distinguere il nostro prodotto sugli scaffali non solo per l’alta qualità ma anche per la sua disponibilità costante durante tutti i mesi dell’anno con due prezzi praticati, uno per l’estate e uno per l’inverno. Per questo, non ci poniamo in competizione con le varietà, cosiddette, di prezzo ma ci collochiamo su un segmento di mercato dove al momento, in Italia, siamo tra i pionieri spuntando prezzi a scaffale superiori di tre o quattro volte quelli delle varietà coltivate tradizionalmente”.

Progetti di espansione in vista per l’azienda mantovana che sta per portare in dote all’Op Guidizzolo un piano di ampliamento delle superfici in serra hi-tech per il pomodoro, che solo nel prossimo anno, prevedono la costruzione di due nuove strutture altamente tecnologizzate per complessivi 5 nuovi ettari che porteranno a 16 gli ettari di proprietà dell’azienda. L’obiettivo su scala nazionale, è arrivare al raddoppio delle superfici portando, nel medio periodo, da 50 a 120 gli areali complessive (tutti in serre idroponiche hi-tech dedicati al pomodoro) che ruotano nell’orbita dell’Op Guidizzolo.

“A noi interessa principalmente il mercato italiano – precisa Gandini – perché sa riconoscere e valorizzare la qualità del pomodoro. La leva su cui lavoriamo è proprio questa: il fatto che per anni sul mercato italiano si è venduto prodotto non sempre di prima qualità che invece è il nostro core business. Grazie alla tecnologia. Riusciamo ad abbattere quasi completamente i trattamenti fitosanitari. Al momento stiamo lavorando su sette varietà fra cui le principali sono il ciliegino, costoluto, mini-plumcocktail con sviluppi anche su cuore di bue e datterini colorati. Ma testiamo sempre nuovi prodotti anche per rispondere ad una richiesta del mercato che dà molta attenzione ai prodotti di alta qualità. A dimostrazione di ciò, basti pensare che in soli tre anni siamo passati da 2 milioni a 8 milioni di vaschette di pomodoro commercializzate”.

L’ultima novità, lanciata a luglio scorso, è la linea di confezionamento plastic free che permette all’azienda di proporre anche confezioni con un vassoio in cartoncino con flow pack in PLA e etichetta compostabile. “Siamo fra i primi in Italia ad essere partiti. Non sappiamo ancora se questa sia la strada migliore in assoluto ma abbiamo creato un’alternativa per i clienti che lo richiedono. Siamo in una fase di test anche se forse l’ideale per eliminare il problema della plastica esistente sul mercato, sarebbe di riuscire a riciclarla tutta impedendo quindi l’inquinamento dell’ambiente. Stiamo guardando anche ad eventuali sviluppi di economia circolare ma è un percorso che richiede anni e per il momento non c’è nulla sul tavolo se non qualche idea”.

Fonte: Corriere Ortofrutticolo

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Unioncamere Calabria, corso di formazione su EIC Accelerator Horizon 2020

Unioncamere Calabria, in qualità di partner della rete Enterprise Europe Network, organizza, attraverso il supporto tecnico di APRE- Agenzia per la Promozion della Ricerca Europea, Il CORSO DI FORMAZIONE EIC Accelerator e business model innovativi in Horizon 2020, che si terra’ nei giorni 10 E 11 DICEMBRE 2019 presso la Sala Conferenze di Unioncamere Calabria (Lamezia Terme )

Obiettivi principali del corso:

  • chiarire quali sono gli elementi di base per rendere una proposta di Horizon 2020 convincente nei suoi aspetti legati alla sostenibilità sul mercato;
  • presentare le principali novità che caratterizzeranno l’EIC Accelerator (ex SME Instrument) nel 2019-2020,
  • fornire una serie di strumenti operativi che supportino i proponenti, in particolare PMI, spin off e start up innovative, a considerare adeguatamente le dimensioni del mercato e del business nelle loro domande di finanziamento.

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione, da effettuare on line, tramite il seguente link https://forms.gle/ZSZtpKctJNURtTtb8 . Nella richiesta di iscrizione potrà essere indicato l’interesse ad un incontro personalizzato (sessione mattutina dell’11/12/2019) con l’esperto APRE, indicando il quesito da sottoporre. Le richieste saranno prese in considerazione in ordine cronologico di arrivo e fino ad esaurimento dei posti disponibili. In ogni caso, le richieste che non potranno essere accolte, riceveranno risposta tramite e-mail.

 

Scarica il programma del corso.

 

Per maggiori informazioni:

Dottssa Irene V. Lupis (i.lupis@unioncamere-calabria.it)

Dott.ssa Porzia Benedetto (p.benedetto@unioncamere-calabria.it)

Unioncamere Calabria

Desk Enterprise Europe Network

Tel. 0968/51481

E-mail: bridge@unioncamere-calabria.it

http://een.unioncamere-calabria.it/

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Il MISE mette a disposizione 50 milioni di euro per brevetti, marchi e trasferimento tecnologico

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato cinque Bandi per la valorizzazione di brevetti, marchi, disegni e per il trasferimento tecnologico delle attività di ricerca e sviluppo. Le risorse finanziarie disponibili sono circa 50 milioni di euro.

“Lo sviluppo del nostro sistema produttivo passa anche attraverso la tutela della proprietà intellettuale dei marchi e dei brevetti industriali – ha dichiarato il Ministro Stefano PatuanelliIl pacchetto di misure previsto dal Decreto Crescita va, infatti, nella direzione di facilitare e promuovere la brevettabilità delle innovazioni. L’obiettivo è quello di fornire un quadro di strumenti finanziari e normativi in grado di dare, nei prossimi mesi, stabilità e certezza sia alle imprese che investono sul loro know how che alle università e agli enti di ricerca impegnati in progetti di ricerca e sviluppo da trasferire in campo industriale”.

Le micro, piccole e medie imprese potranno presentare la richiesta di accesso agli incentivi per l’acquisto di servizi, fino all’esaurimento delle risorse, a partire:

  • dal 30 gennaio 2020 per le domande relative al bando Brevetti+, a cui sono destinati 21,8 milioni di euro, gestiti da Invitalia;
  • dal 27 febbraio 2020 per le domande relative al bando Disegni+, a cui sono destinati 13 milioni di euro, gestiti da Unioncamere;
  • dal 30 marzo 2020 per le domande relative al bando Marchi+, a cui sono destinati 3,5 milioni di euro, gestiti da Unioncamere.

Le Università e gli enti pubblici di ricerca potranno, invece, presentare richiesta di accesso agli incentivi per finanziare progetti a partire:

Per maggiori informazioni

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Agrifood Next: l’agricoltura del futuro a Expo 2020

Grande successo di pubblico, con moltissimi giovani che hanno attivamente preso parte ad Agrifood Next, alla due giorni sull’innovazione tecnologica e la sostenibilità nelle Pmi dell’agroalimentare svoltosi a Siena e promosso dalle Fondazioni Prima e Qualivita.

L’Expo 2020 di Dubai, la prima nel mondo arabo sul tema sostenibilità e necessità idriche, sarà vetrina di eccellenza per l’agrifood italiano. Porteremo un osservatorio sull’innovazione per offrire un modello dell’analisi e del monitoraggio delle dinamiche aziendali e delle filiere dell’agri-food italiano e mediterraneo”. L’annuncio è di Paolo Glisenti, commissario generale per l’Italia Expo 2020, che da Siena ha spiegato come ci sia “grande aspettativa da parte degli altri Paesi che vedono l’Italia leader del settore”. 

Il Belpaese, ha spiegato Glisenti, “intende portare all’attenzione internazionale le migliori pratiche per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche, i sistemi alimentari, l’agricoltura di precisione insieme alle competenze italiane nel settore e in generale nella gestione del suolo”.

Proprio a Siena sono state raccontate storie di innovazione e organizzazione del settore

Dalle soluzioni per il miglioramento dei processi di irrigazione alla coltivazione di uva da tavola fuori suolo, dalle farming coach, le fattorie di comunità per il coworking, agli impianti idroponici e ai big data. Una vera e propria community che segna le linee guida per la nascita di una piattaforma sull’innovazione sostenibile del futuro dell’agrifood, aperta per la ricerca, le aziende, i consorzi di tutela, scuole e università.

Sostenibilità condivisa, blockchain a portata di agricoltore, sicurezza alimentare e agricoltura di precisione per la qualità dei prodotti e del lavoro, queste le sfide lanciate per il sistema agroalimentare. “Dobbiamo conciliare le piccole dimensioni dell’azienda con qualità, sostenibilità e redditività – ha detto Angelo Riccaboni, presidente di Prima -. Per creare questo equilibrio occorre fare innovazione. Solo con l’innovazione le imprese possono coniugare la qualità dei loro prodotti e il necessario rispetto dei principi della sostenibilità ambientale e sociale”.

Le storie presentate a Siena verranno raccolte nella piattaforma digitale, prima observatory on innovation, che raccoglie le buone pratiche e casi innovativi del settore agroalimentare.

 AGRICOLTURA DI PRECISIONE

VALLERIA VILLANI – Agricola Carlini

Presidente regionale Agia, Valeria Villani è una giovane agricoltrice, che per la propria azienda agricola a conduzione familiare ha puntato su innovazione tecnologica, know-how e spinta imprenditoriale. L’Azienda, situata a Gualtieri RE, sulle sponde del Po, è attiva nel settore cerealicolo. Dopo l’abbassamento dei prezzi cerealicoli, l’azienda ha investito in strumenti innovativi per ottimizzare le risorse, aderendo al circuito FieldView, che monitora la produzione tramite sensori installati sui macchinari, collegati a dei satelliti, raccogliendo dati essenziali per la pianificazione. Nella coltivazione di mais, i sistemi satellitari ottimizzano i costi e massimizzano le rese.  La spinta innovativa dei giovani di casa, Valeria e il fratello Mirco, ha portato l’azienda a puntare su sistemi altamente tecnologici per migliorare la sostenibilità produttiva ed economica della propria azienda.

CRISTIANO SALVAGNIN – Porto Felloni

L’azienda Porto Felloni, a Lagosanto (FE), della famiglia Salvagnin, è stata tra le prime in Italia (1990) ad aprirsi verso le nuove tecnologie di Agricoltura di Precisione.  500 ettari di terreno di proprietà coltivati con tecniche sempre più avanzate di precision farming e sistemi integrati che oggi arrivano a trasferire dai macchinari al campo le informazioni nei gestionali dell’azienda. Oggi tutta l’azienda è mappata, questo permette di conoscere la struttura del terreno, la presenza di elementi nutritivi, le produzioni, la salinità e le pendenze. Incrociando i dati, è possibile avere una gestione aziendale integrata. Grazie agli input inviati dai macchinari in campo ai software in azienda è possibile avere il controllo delle persone, dei macchinari e dei prodotti, questo permette un’analisi dei costi e una rintracciabilità continua, puntuale e accurata di tutte le operazioni colturali. Ultimamente  l’azienda ha  acquisito anche  immagini satellitari e da drone e sonde per la rilevazione dell’umidità in tempo reale, elaborando modelli previsionali per le varie fasi di coltivazione.

COSIMO CALCIANO –  Revortree è una startup innovativa, che ha creato una piattaforma hardware e software per l’agricoltura di precisione per monitorare lo stato dei terreni, gestire le operazioni agronomiche e le attività agricole, automatizzare l’impianto di irrigazione, ottimizzando i suoi processi. Un aiuto concreto per nuovi imprenditori agricoli e per un’agricoltura sostenibile. Un valido aiuto per chi ha vigneti, frutteti e nella gestione dell’irrigazione tramite monitoraggio in real time, dati e intelligenza artificiale: un esempio di precision farming, che sfrutta le nuove tecnologie per aumentare la produttività del terreno risparmiando tempo, energie e risorse. Una rete di sensori distribuita tra i filari, trasmette le informazioni raccolte sul terreno ad un software sullo smartphone del proprietario. L’agricoltore, può così controllare dal proprio smartphone umidità e temperatura del frutteto o dell’uliveto, programmando l’irrigazione. Il vantaggio di questo sistema, oltre alla gestione dell’irrigazione, è l’aumento del potenziale di tracciabilità del prodotto, potendo collegare i dati dei sensori alla produzione.

LUCA TONINATO – Ager Coop

Luca Toninato, agronomo, esperto di viticoltura, è presidente della cooperativa AGER – Agricoltura e Ricerca che si occupa di realizzare progetti sperimentali nel campo della viticoltura, delle piante ornamentali e della zootecnia, con particolare interesse nello sviluppo di progetti di viticoltura sostenibile e di viticoltura di precisione. Ager Coop è composta da un team variegato di competenze che opera in vari settori delle produzioni agricole, seguendo il principio comune della sostenibilità. Il loro metodo di lavoro si basa su un’agronomia semplice e naturale che interviene solo se necessaria, nel rispetto della pianta e dell’ambiente che la circonda. AGER ha elaborato il sistema ARS di agricoltura di precisione che, in base alle esigenze specifiche delle aziende, individua corrette strategie d’intervento. Grazie a sensori e sistemi di posizionamento (GPS) vengono evidenziate le disomogeneità presenti negli appezzamenti, permettendo di gestire al meglio le differenze vegeto-produttive rilevate.

EMANUELE VITA  –  Azienda agricola Geva, Agrigento

L’azienda agricola Geva coltivava uva da tavola e ortaggi in maniera convenzionale. Messa in difficoltà dai prodotti che arrivavano dall’Africa ha deciso di puntare sull’innovazione e sulla qualità. L’innovazione si è tradotta nella coltivazione di uva da tavola fuori suolo, (creando il primo vigneto in Europa in fuori suolo), che consiste nel sostituire il terreno agrario con vari substrati in diverse tipologie di contenitori, dove le esigenze idriche e nutrizionali delle piante sono soddisfatte dalla distribuzione di soluzioni nutritive acquose “irrigazione fertilizzante”. I fuori suolo vengono attuati all’interno di serre o sistemi protetti (coltivazione senza terra in substrato o in idroponica), tecnica che ha permesso a Geva di arrivare prima sul mercato, con un prodotto di grande qualità, destinato al mercato estero. Parallelamente è iniziata anche la coltivazione di albicocche sotto serra e la coltivazione fuori suolo di finger lime, frutto di origine australiana, detto caviale di limone per via delle vescicole presenti nel frutto che alla vista assomigliano al caviale. La coltivazione fuori suolo a ciclo chiuso recupera con delle canalette l’acqua che viene data alle piante, che, sterilizzata, viene rimessa in circolo, per  ottimizzare i costi e rispettare l’ambiente.

CARLO BISAGLIA – CREA

L’analisi dell’economia agraria permette di elaborare nuove tecniche in agricoltura, cercando di prevedere e studiare le variabili che la caratterizzano (produzioni,  appezzamenti, suolo,  coltura, fattori avversi e gestione). Fino ad oggi era difficile tenere conto di questa variabilità perché le attuali agrotecniche si sono basate su valori medi aziendali. L’agricoltura di precisione e l’agricoltura digitale permettono di gestire la variabilità con l’introduzione di tecnologie, ma servono investimenti e competenze extra-agricole . Ma ne conseguirà una riduzione fino al 15% dei concimi minerali distribuiti a parità di produzione ( con benefici agronomici, economici e ambientali) e una riduzione fino al 20% dei concimi organici distribuiti (liquame, digestato). L’agricoltura di precisione e digitale potrà ridurre fino al 70% le quantità di fitofarmaci distribuiti (benefici economici, ambientali, biologici e contrasto alla resistenza sviluppata dai patogeni nei confronti dei princìpi attivi) e sanitari. Porterà a rese superiori del 10% seminando a densità maggiore solo dove il terreno è più fertile e a un risparmio del 30% di acqua irrigua utilizzando Sistemi di Supporto alle Decisioni (SSD)

TERRITORIO E INDICAZIONI GEOGRAFICHE

RICCARDO DESERTI – Consorzio Parmigiano Reggiano

Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano Dop delinea le scelte strategiche per il futuro del Consorzio che è nato ufficialmente nel 1934 e cresciuto negli anni, portando avanti l’arte e la tradizione di un prodotto storico, eccellenza e simbolo del Made in Italy alimentare. Molto attivo nel salvaguardare e migliorare il già altissimo livello qualitativo di un prodotto unico e prezioso come il Parmigiano Reggiano DOP, il Consorzio oggi si trova ad affrontare l’innovazione nella gestione della produzione e della tutela del brand, intervenendo sull’offerta per far crescere la domanda nel mercato globale, per dare un valore maggiore alla produzione e far diventare la Dop Parmigiano Reggiano una sorta di Limited Edition. Prossimi obiettivi del Consorzio: piano di regolamentazione dell’offerta –partecipazione economica dei produttori agli investimenti – sviluppo dell’export e particolare attenzione per il benessere animale.

FORTUNATO AMARELLI – Amarelli Fabbrica di Liquirizia

L’azienda Liquirizia AmarellI, a Rossano,  Calabria, ha una  lunga storia fatta di passione, cultura, impresa e tradizione. Documenti storici attestano che già intorno al 1500 la famiglia Amarelli commercializzava i rami sotterranei di una pianta che tutt’ora cresce in abbondanza nei suoi latifondi: la liquirizia – nome scientifico di Glycyrrhiza Glabra – cioè radice dolce. Per raccontare questa storia, la famiglia ha aperto il Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli” che ha ottenuto nel Novembre 2001, il “Premio Guggenheim Impresa & Cultura, situato nel palazzo sede dell’azienda”. Nell’aprile 2004, le “Poste Italiane” hanno riconosciuto l’unicità di questo Museo, con un francobollo della serie “Il Patrimonio artistico e culturale italiano”, emesso in 3.500.000 esemplari.

GUALBERTO RICCI CURBASTRO – Consorzio Franciacorta

Gualtiero Ricci Curbastro interviene in rappresentanza del Gruppo giovani del Consorzio Franciacorta, formalizzato fin dal 2016 all’interno del Consorzio costituito nel 1990 a Corte Franca per garantire e controllare il rispetto della disciplina di produzione del vino Franciacorta. Si tratta dell’unica realtà consortile italiana ad avere al suo interno un gruppo Gruppo Giovani formalizzato, nato per dare nuova vitalità al Consorzio, che lo ha ufficializzato favorendo l’ingresso di alcuni rappresentanti dei giovani nel Cda del Consorzio. Il gruppo di under  40, con la voglia di mettere in campo idee e contributi per la crescita della Denominazione, si riunisce per degustazioni tecniche e comparative, effettua incontri  sul territorio per conoscere le tante realtà storiche e per parlare del futuro dello spumante Metodo classico Franciacorta.

FRANCESCO LORETI-  Urbani Truffleland

Il grande vivaio Urbani Truffleland (Scheggino, in Umbria) produce piante micorrizate per la coltivazione dei tartufi con una metodologia rivoluzionaria, destinate al mercato italiano e internazionale. Coltiva nuove piante da tartufo che nascono al centro di infinite tartufaie naturali che sono invece lì da secoli e che hanno bisogno di nuova forza. Sono piante di quercia, nocciolo e carpino, curate singolarmente da mani esperte. Piantate poi all’esterno, per cinque anni se ne stanno silenziose ad assorbire tutto il nutrimento, aspettando con pazienza che la terra le maturi. Il risultato è il tartufo, cibo unico e profumato. Truffleland, un’azienda che  esporta in tutto il mondo, valorizza la biodiversità, e indica la via più virtuosa per il recupero delle zone abbandonate, per l’aumento della redditività dei terreni montani incolti, attraverso la creazione di ecosistemi ad elevatissima biodiversità con un impatto benefico sull’ambiente.

GIOVANNA TIEZZI-  Azienda Agricola Pacina

Pacina è un antichissimo convento del 900 a Castelnuovo Berardenga (Siena) con intorno vigneti, oliveti, campi e boschi e ancora più in là le Crete Senesi. Giovanna Tiezzi interviene per raccontare la sua esperienza di agricoltore che da 30 anni vive di agricoltura che rispetta l’equilibrio dell’ambiente. Un piccolo luogo in cui le differenze in qualche modo sono state rispettate e mantenute, differenze dell’habitat variato, sia nella presenza del bosco e di vari tipi di coltivazioni, sia nell’alternarsi del lavoro e del riposo della terra, così che gli ecosistemi vegetali e animali hanno potuto mantenere la loro ricchezza e le loro interrelazioni. Le monocolture sono la morte dell’agricoltura, la differenziazione è alla base dell’equilibrio. Giovanna Tiezzi che produce vino, olio cereali, legumi e legname, vuole dimostrare attraverso la sua storia personale, che di agricoltura si può vivere bene, in sintonia con i ritmi e gli equilibri della natura.

L’INNOVAZIONE NELLA FORMAZIONE DEGLI IMPRENDITORI DEL FUTURO

PAOLO NENCI – Azienda Agricola Nenci

Imprenditore agricolo e Farming Coach, questo è Paolo Nenci, dell’Azienda agricola Nenci a Chiusi (Siena) che da due anni ha creato un lavoro inesistente prima di lui, aiutando gli imprenditori agricoli a capire come creare un maggior reddito, con minore spese, utilizzando nuove idee e nuovi concept, facendo crescere il loro brand, in modo che possano sprecare meno tempo, energie e soldi ed essere più soddisfatti ed economicamente liberi. Utilizza in maniera innovativa il web e nello specifico i Social Network attuando strategie di marketing digitale che hanno fatto crescere il suo fatturato e la sua popolarità. Nenci, il Contadino Social, organizza corsi per i tutti gli appassionati del mondo dell’agricoltura. Uno dei suoi corsI di formazione, in particolare quello sulla potatura della vite, ha raggiunto il massimo di iscrizioni permesse, solo dopo 72 ore dal lancio sui social.

LUIGI GALIMBERTI – Sfera Agricola

Sfera Agricola, situata a Gavorrano (GR) è una serra attiva, è infatti in grado di adattare in tempo reale il suo clima per far sì che la crescita degli ortaggi avvenga sempre in condizioni ottimali, indipendentemente dalle condizioni metereologiche esterne. Il recupero delle acque piovane e il ciclo di coltivazione chiuso permettono a Sfera di accumulare acqua nei mesi piovosi, per poi impiegarla nei periodi di siccità con un risparmio idrico fino al 90% rispetto alle coltivazioni su suolo. All’interno di Sfera si utilizzano quasi esclusivamente mezzi di lotta biologica, come gli insetti utili e molecole di origine naturale. Per un prodotto buono e anche salutare. L’Azienda ha investito sulle nuove tecniche di idroponica e consegna in sole 24 ore dal raccolto.  I prodotti di Sfera Agricola sono un’eccellenza culinaria prodotta preferendo l’utilizzo di insetti buoni ai trattamenti chimici e con un’attenta e precisa valorizzazione di ogni risorsa naturale. Nasce su 3 valori fondamentali: sostenibilità, efficienza e sicurezza.

ANGELA LOBASCIO – Terradiva – Azienda Agricola Biologica

Angela Lobascio – Terradiva – Azienda Agricola Biologica Terradiva, pugliese, alle porte del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, è l’azienda agricola della famiglia Lobascio dedita all’agricoltura già dai primi anni del 1900. Gli ULIVI ricoprono circa 27 ettari dell’azienda e sono circa 10.000, hanno un’età media di 60-70 anni e affondano le loro radici in un terreno tufaceo. La varietà di olive prevalente è la Coratina. Da oltre 20 anni l’azienda è certificata dall’ente di controllo ICEA autorizzato dal Ministero dell’Agricoltura. L’agricoltura biologica mantiene e rispetta la biodiversità, ovvero la varietà degli esseri viventi presenti sul nostro pianeta, da esseri piccolissimi a piante, animali ed ecosistemi, tutti legati l’uno a l’altro e indispensabili. Infatti, l’uso di pesticidi chimici di sintesi, tipico delle colture non biologiche, determina la scomparsa di insetti utili e l’impoverimento del suolo.

FILIERE

FRANCESCA PETRINI – Fattoria Petrini

La Fattoria Petrini è un’azienda a conduzione familiare che produce pregiati oli di oliva extra-vergini biologici con le olive provenienti dagli uliveti di proprietà nel comune di Monte San Vito, vicino Ancona. L’azienda è situata sul colle “SAN VITO”, noto fin dai tempi degli antichi Romani per il suo clima e la sua posizione particolarmente favorevoli alla coltivazione dell’ulivo.  Ha recuperato l’antico ulivo romano e ha costruito una filiera integrata e sostenibile che ha portato alla produzione di uno degli oli extra-vergini biologici che fa parte dell’eccellenza italiana. Nel 2015 Francesca Petrini è stata nominata quale testimonial delle Marche nel mondo, in occasione di Expo 2015

LAURA GAZZA – CREA

Laura Gazza del Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari (CREA) presenta il progetto di valorizzazione del grano monococco, un grano antico che possiede molte qualità per un’alimentazione moderna e sostenibile. Il progetto è un esempio di agricoltura sostenibile e di innovazione alimentare, di ottimizzazione di filiera, di agricoltura low input ad alto reddito. che lo rendono adatto ad

NICOLÒ BARBANO- Xfarm

xFarm è una azienda che ha progettato e realizzato un software che aiuta gli agricoltori a lavorare migliorando la gestione dei dati:  dalla raccolta dei dati personali, al parco macchine, fino al registro delle attività in campo, attraverso un quaderno di campagna digitale e creando tutti i documenti oggi fondamentali per tracciare le proprie attività e garantire i propri prodotti. L’applicazione aiuta e semplificare il duro lavoro degli agricoltori rendendo semplice l’utilizzo di moderne tecnologie. L’azienda ha un progetto sulla viticoltura con: Cantine Ricci Curbastro (Franciacorta), Ruffino (Toscana), Torrevento (Puglia).

ANDREA SOZZI SABATINI – Agrorobotica

Agrorobotica è una start up innovativa nata nel 2017 che si occupa di agricoltura di precisione e farming management: progetta, produce e commercializza veicoli e attrezzature semiautomatiche che, sfruttando algoritmi di apprendimento, sono in grado di trasportare sensori ad alto contenuto tecnologico e di utilizzare sistemi avanzati di comunicazione al fine di fornire soluzioni innovative basate sull’elaborazione e visualizzazione dei dati acquisiti. SpyFly è il prodotto di punta di Agrorobotica, una trappola robotica contro la mosca delle olive ed altri insetti nocivi: attira, cattura, fotografa e riconosce tramite algoritmi di intelligenza artificiale gli insetti nocivi e avvisa l’agricoltore. L’Intelligenza Artificiale di cui è dotata la SpyFly analizza i dati ambientali rilevati in campo combinandoli con i dati delle catture, ed elabora modelli previsionali in grado di allertare preventivamente l’agricoltore delle condizioni ideali per la presenza degli insetti dannosi.

ANDREA BENCINI – Marchesi Antinori

In tutta la sua lunga storia, attraverso 26 generazioni, la Famiglia Antinori ha sempre gestito direttamente l’attività con scelte innovative e talvolta coraggiose ma sempre mantenendo inalterato il rispetto per le tradizioni e per il territorio. In Toscana, l’azienda è capofila del progetto di introduzione e collaudo di tecniche di lotta biologica per un controllo efficace e sostenibile di insetti dannosi alla vite, con l’obiettivo di ridurre l’impiego di insetticidi chimici e rendere più sostenibile la gestione.

Il progetto ha creato un modello di riferimento innovativo che è stato adottato anche in altre aziende (non solo Antinori) ed in altri areali viticoli.

DIGITALE, BLOCKCHAIN E BIG DATA 

STEFANO IMPERATORI – Ist. Poligrafico Zecca dello Stato

Stefano Imperatori, IPZS, propone l’esempio di due Indicazioni Geografiche italiane (Cioccolato di Modica IGP e Aceto Balsamico di Modena IGP) che hanno avviato la sperimentazione del Passaporto Digitale, il sistema di tracciabilità agroalimentare realizzato in collaborazione fra Poligrafico dello Stato, Fondazione Qualivita e supervisionato da CSQA Certificazioni. La soluzione sviluppata dal Poligrafico per il settore agroalimentare prevede l’integrazione di un sistema di anticontraffazione e tracciabilità e i dati certificati da CSQA, attraverso la tecnologia blockchain, con il coinvolgimento di tutta la filiera. Il passaporto digitale è una soluzione tecnologica a difesa della qualità ed originalità del prodotto.

FULVIO CONTI – Almaviva

Almaviva è un gruppo leader italiano nell’Information & Communication Technology ed è una delle società di innovazione digitale più grande d’Europa. Si occupa con il MIPAAF del primo caso di Blockchain pubblica legata al vino. Fulvio Conti, racconta il caso delle arance rosse dell’Etna: Digital Transformation a supporto del Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP. Un esempio di blockchain che mette in campo funzionalità sia per i consumatori, che per gli operatori a tutela dell’agrumicoltura siciliana.

STENO FONTANARI – MPA Solutions

Intelligenza artificiale al servizio dell’agricoltore. MPS Solutions realizza soluzioni per tutti i dispositivi che rendono efficace e semplice la raccolta e la gestione dati. E’ specializzata nello sviluppo di piattaforme per i “big data” che rendono pratica, efficace e tempestiva la raccolta, l’organizzazione e la condivisione di dati georiferiti; fornisce soluzioni di AI a supporto del dicision making. L’obiettivo è efficientare processi secolari introducendo soluzioni di Intelligenza Artificiale con uso di tecnologia sostenibile nei costi e per l’ambiente con un parallelo percorso di formazione per agronomi e agricoltori.

PHILIPPE LEJEUNE – Irritec

Da oltre 40 anni Irritec offre soluzioni irrigue all’avanguardia per l’agricoltura. Nel corso degli anni, l’offerta dell’azienda si è ampliata, dando agli agricoltori la possibilità di incrementare quantitativamente e qualitativamente i propri raccolti. Microirrigazione, subirrigazione, fertirrigazione: tutti sistemi di irrigazione atti a migliorare la produzione utilizzando il quantitativo minore possibile di acqua, energia elettrica e fertilizzanti. Irritec realizza soluzioni irrigue efficienti, appropriate ed efficaci per ogni coltura, ottimizzando i processi produttivi al fine di ridurre gli impatti ambientali.

AGRIBUSINESS

 THOMAS MARINO – The Circle

The Circle è un’azienda agricola ed energetica dall’alto contenuto tecnologico che sta lavorando ad un modello di sviluppo sostenibile e competitivo che produce cibo ed energia, senza alcun impatto sull’ambiente. Ha realizzato il primo impianto commerciale acquaponico d’Italia: 1500 mq di serra che ospitano un sistema di coltivazione tecnologico e competitivo. Nell’impianto acquaponico l’acqua circola dalle vasche dei pesci raggiungendo e fertilizzando le piante, per tornare poi nuovamente pulita ai pesci. Questo consente di recuperare tutta l’acqua che le piante non sono state in grado di assorbire; riducendo del 90% il consumo di acqua per kg di prodotto rispetto all’agricoltura tradizionale. La tecnologia aquaponica consente di coltivare interamente fuori suolo, anche nei suoli esausti o contaminati.

LORENZO GIORGI – Bloom Project

Partita come start up Bloom Project oggi ha fatto il suo business progettando soluzioni pensate per aiutare gli agricoltori a tenere sotto controllo in modo semplice i parametri ambientali che influenzano la resa e la qualità dei loro raccolti. La start up fa ricerca collaborando con università italiane e straniere, avvalendosi della competenza di ricercatori nel campo della botanica, dell’agraria, delle biotecnologie e dell’ingegneria.

Bloom Project realizza pratiche di agricoltura circolare portando nei paesi del sud del mondo un tipo di innovazione open source e low tech, a basso impatto ambientale e positive ricadute sociali ed economiche. Agritube è il primo progetto idroponico di Bloom che permette di coltivare anche in condizioni di estrema scarsità d’acqua o dove il terreno non è fertile, è inquinato o è troppo secco.

LAPO SECCIANI – LS Nutraceutici

Laboratori Scientifici Nutraceutici è una start up innovativa che studia, produce e distribuisce integratori nutraceutici Made in Italy, incubata all’interno del Distretto Biomedicale di Mirandola. Realizza prodotti nutraceutici che siano di supporto e aiuto nella ricerca del benessere e nel mantenimento di un corretto stato di salute. Integra tradizione Ayurvedica e medicina occidentale, fa ricerca scientifica e selezione dei principi attivi. Con la sua attività l’azienda dimostra che è possibile fare business sostenibile a livello ambientale, sociale, economico. Lapo Secciani, rappresenta un esempio di giovane imprenditore etico, impegnato per la comunità. “Nutraceutica” è un termine che deriva dall’unione dei termini “Nutrizione” e “Farmaceutica” ed è un settore che studia “i componenti alimentari o i principi attivi presenti negli alimenti che hanno effetti positivi per il benessere e la salute, inclusi la prevenzione ed il trattamento delle malattie”.

CLAUDIO SCIPIONI – Azienda Agricola Scipioni

L’Azienda Agricola Scipioni opera da generazioni nel contesto della Piana del Fucino in Abruzzo, con una visione innovativa di ricerca e sperimentazione in collaborazione con il Dipartimento di Biologia di base e applicata dell’Università dell’Aquila e il consorzio ITQ.SA. Specializzata nella produzione di patate, carote e cipolle. Negli ultimi anni ha messo a punto una coltivazione a basso impatto ambientale, che riduce o elimina le concimazioni solfatiche o azotate e non impoverisce il terreno. Per le caratteristiche di sostenibilità delle sue produzioni l’Agricola Scipioni è stata scelta come fornitore di patate per McDonald’s attraverso il progetto “Fattore Futuro”, promosso in occasione dell’Expo 2015 da McDonald’s,con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, per sostenere l’agricoltura italiana e i giovani imprenditori. Questo progetto ha permesso di inserire giovani imprenditori attenti all’ambiente e alla sostenibilità , fra i fornitori per l’Italia di materie prime di alta qualità destinate ai ristoranti del colosso del food americano.

Fonte: InformaCibo.it

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Vodafone al fianco delle cooperative per un’agricoltura 4.0

Alleanza cooperative agroalimentari e Vodafone hanno siglato oggi a Roma un accordo quadro per proporre alle cooperative associate un ampio ventaglio di servizi e di collaborazioni nel campo della smart agriculture. Vodafone è pronta a sviluppare per le principali cooperative servizi e progetti innovativi quali: app per smartphone e tablet, sensori per il controllo di parametri agroclimatici, sistemi informativi gestionali, tecnologie blockchain.
 
“Nel mondo cooperativo c’è una attenzione crescente alle innovazioni e alle nuove tecnologie, che stanno assumendo un ruolo sempre più strategico per la competitività del comparto – spiega il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri – Abbiamo scelto di farci affiancare da Vodafone in un percorso di ammodernamento del comparto, in cui le nostre aziende cooperative non partono certo da zero. 
“In particolare – prosegue Mercuri – per rispondere alle aspettative e alle crescenti richieste di trasparenza dei consumatori abbiamo bisogno che le aziende riescano a trasferire tutte le fasi di lavoro che ci sono dietro un prodotto. Questo possiamo farlo solo tracciando in modo innovativo le nostre produzioni attraverso il ricorso alla blockchain, una tecnologia in forte crescita proprio perché ha il vantaggio di arrivare direttamente ai consumatori”.
 
La blockchain consente ai consumatori, attraverso una generica app che rileva il Qr-code applicato sull’etichetta di un prodotto, di visualizzare sullo smartphone il campo in cui un prodotto è stato coltivato e seguire i singoli passaggi e metodi del processo produttivo. La tecnologia blockchain può essere utilizzata in innumerevoli altre applicazioni per rispondere alle esigenze delle aziende.
 
“L’obiettivo che ci poniamo come Vodafone Business – precisa Alessandro CanzianHead of Corporate sales & innovative services in Vodafone Italia – è quello di sviluppare un completo ecosistema di soluzioni, replicabili e scalabili a supporto della produttività e sostenibilità delle aziende agricole italiane combinando la migliore connettività fissa e mobile con la piattaforma di servizi IoT, Analytics e Cloud. L’utilizzo esteso di soluzioni IoT, da parte delle piccole imprese agricole riunite in cooperative e rappresentate nell’Alleanza cooperative agroalimentari, permetterà da un lato di porre maggiore attenzione al raccolto, alla lavorazione e alla conservazione, e dall’altro di favorire il passaggio ad un’agricoltura, dove i dati raccolti in tutta la filiera rendono evidente la qualità del prodotto. Andremo ad automatizzare alcuni elementi della Blockchain per semplificare l’adozione di questa tecnologia da parte di tutti i soggetti che fanno dell’Alleanza cooperative agroalimentari un soggetto importante per guidare la trasformazione digitale del settore agroalimentare”.
 
Nella foto la firma dell’accordo: a sinistra Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza cooperative Agroalimentari e Alessandro Canzian, Head of corporate sales & innovative services in Vodafone.
 
Fonte: Ufficio stampa Confcooperative