Sezione Cambiamenti Climatici

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Quaderno Informativo gestione sostenibile dell’acqua

E’ scaricabile e consultabile il Quaderno Informativo Le nuove politiche europee per garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua. Risorse idriche nel contesto italiano.

Quaderno n. 4 Cambiamenti climatici_FA5A acqua-sostenibilità

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Quaderno informativo I progetti dei GO PEI per promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nei settori agricolo e forestale

E’ scaricabile e consultabile il Quaderno informativo I progetti dei GO PEI per promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nei settori agricolo e forestale

Quaderno n. 3 Cambiamenti climatici_FA5E

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Quaderno informativo I progetti dei GO PEI per ridurre le emissioni di gas effetto serra e ammoniaca prodotte dall’agricoltura

E’ scaricabile e consultabile il Quaderno informativo I progetti dei GO PEI per ridurre le emissioni di gas effetto serra e ammoniaca prodotte dall’agricoltura

Quaderno n. 2 Cambiamenti climatici_FA5D

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Quaderno informativo I progetti dei GO PEI per rendere più efficiente l’uso dell’acqua in agricoltura

Quaderno n. 1 Cambiamenti climatici

Scaricabile e consultabile il Quaderno Informativo I progetti dei Gruppi Operativi PEI per rendere più efficiente l’uso dell’acqua in agricoltura

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PRIMA. Call for proposals su agroalimentare e risorse idriche nel Mediterraneo

Aperti i bandi PRIMA per progetti di ricerca e innovazione nel settore idrico e agro-alimentare nel Mediterraneo.

Le call sono le seguenti:
Call Section 1 “Water Management 2020”, topic (IA) Implementing sustainable, integrated management of water resources in the Mediterranean, under climate change conditions.
Budget: euro 7.500.000.
Call Section 1 “Agro-Food Value chain 2020” topic (IA) Valorising the health benefits of the Traditional Mediterranean food products.
Budget: euro 8.800.000.
Call Section 1 “Farming Systems 2020” topic Genetic conservation and animal feeds; sub-topic A) Conservation and valorization of local Animal Genetic Resources (RIA).
Budget: euro 3.500.000.
Call Section 1 “Farming Systems 2020” topic Genetic conservation and animal feeds; sub-topic B) Alternative animal feeds (IA).
Budget: euro 7.200.000.
Call Section 1 “Nexus 2020” topic (IA) Demonstrating benefits of the Water-Ecosystem-Food Nexus approach in delivering optimal economic development, achieving high level of environmental protection and ensuring fair access to natural resources.
Budget: euro 6.000.000.
Call Section 2 “Multitopic 2020” topic Transnational call funded by Participating States.
Budget: euro 38.000.000.
SOGGETTI AMMISSIBILI
Organismi di ricerca; Enti locali e Pubblica Amministrazione; Imprese.
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Agricoltura 4.0: convegno a cura di Greenplanner

Il Convegno dal titolo “Coltivare smart fa molto ECO. Ovvero l’agricoltura si fa 4.0”, organizzato da Edizioni Greenplanner e moderato dal direttore Cristina M. Ceresa, farà il punto sulle novità tecnologiche da mettere in campo per ottimizzare le coltivazioni e al contempo, ridurre costi, sprechi e impatto ambientale. Dal risparmio idrico, alle serre verticali; dai carburanti green derivati dal riutilizzo degli scarti agricoli, fino alle nuove frontiere della genetica. Queste le soluzioni 4.0 per ottimizzare le attività.

L’appuntamento è fissato per la giornata di mercoledì 26 febbraio dalle 9.30 alle 13.00 in occasione di Myplant & Garden, manifestazione fieristica internazionale dedicata all’orto-florovivaismo, al paesaggio e al garden in Italia che si rivolge ai professionisti del settore dal 26 al 28 febbraio 2020 nella cornice del polo fieristico di Milano Rho Fiera.

Per entrare gratuitamente in fiera richiedere il biglietto a scrivendo a iscrizioni@greenplanner.it

Il Convegno partecipa al programma di formazione professionale continua dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali per 0,406 CFP con riferimento al Regolamento CONAF n. 3/2013. È richiesta l’iscrizione anche tramite il SIDAF.

Qualche anticipazione sulle tematiche affrontate

L’evento si apre con l’intervento dell’Europarlamentare Paolo De Castro con qualche anticipazione sulla PAC (Politica agricola comune), che regola i finanziamenti e gli interventi sull’agricoltura. La politica futura a sostegno del settore, nel solco del Green Deal, avrà bisogno di risorse certe che nei prossimi mesi dovranno essere formalizzate con il nuovo Quadro finanziario pluriennale dell’UE. E di finanziamenti, bandi e incentivi a livello europeo parla anche Francesco Laera membro dell’ufficio della commissione europea a Milano.

Luigi Cattivellidirettore centro genomica e bioinformatica del Crea, spiega come la biodiversità agricola non sia quasi mai il risultato dell’evoluzione naturale, bensì e soprattutto il frutto dell’azione dell’uomo. Conoscere la genetica delle piante consente di ridurre l’uso della chimica in agricoltura e tutelare l’ambiente, affrontare i cambiamenti climatici e sostenere la competitività del made in Italy agro-alimentare.

Michele Festuccia, Direttore tecnico Cisco Italia, definisce i vantaggi della digitalizzazione applicata all’agricoltura. Lo fa tramite Safety4Food, l’iniziativa di Cisco Italia che divulga il messaggio di adozione del digitale nel comparto dell’agroalimentare nazionale. Un controllo digitale degli ecosistemi per valutazioni e valorizzazioni oggettive della qualità di una supply chain integrata che fornisce una nuova visione dell’agricoltura e dell’industria del cibo, migliorando i processi di produzione e offrendo soluzioni di tracciabilità dei prodotti.

biologi Daniele Brigolin (Università Ca’ Foscari Venezia) e Marco Francese, (Shoreline soc. coop c/o AREA S.P. Trieste) illustrano nuove produzioni basate sull’acquaponica. Carlo Carnevali, Centro studi Enama, Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola, descrive invece come ridurre le emissioni inquinanti della mobilità nei campi. Per concludere, Manuela Miloni, Consigliere nazionale Florovivaisti italiani, CIA, spiega alle giovani imprese come diventare smart e portare valore aggiunto al settore.

 

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Progetto Ecolop, riutilizzo acque reflue per l’irrigazione

Il progetto Ecoloop nasce con l’intento di rendere possibile il pieno riutilizzo delle acque reflue per l’irrigazione, vincendo le attuali barriere del riuso. Come? Coinvolgendo tutti gli attori del riuso, dall’ente gestore del servizio idrico alla cooperativa di distribuzione, a finire alle aziende agricole e fornendo a tutti loro gli strumenti tecnologici necessari a realizzare un’irrigazione in piena sicurezza, rispettando ed incrementando gli obiettivi produttivi.In particolare, saranno realizzati due sistemi di supporto alle decisioni: uno dedicato ai gestori degli impianti di depurazione e distribuzione ed uno dedicato agli agricoltori, dove sarà possibile gestire l’irrigazione, essere costantemente informati sulle analisi di qualità dell’acqua in arrivo, gestire la fertirrigazione e molto altro!

Nel riuso la tecnologia gioca un ruolo fondamentale per due motivi: il controllo e la performance. Se da una parte infatti è fondamentale poter verificare in ogni momento la qualità dell’acqua in ingresso, dall’altra è altrettanto importante poter tenere sotto controllo quello che sta succedendo in campo, per sapere sempre cosa fare per raggiungere gli obiettivi di produzione. Per questo la soluzione ECOLOOP prevede l’utilizzo delle ultime tecnologie per il monitoraggio agronomico (cosa accade in campo) e delle acque (l’acqua in arrivo è buona?), mettendo nelle mani degli agricoltori uno strumento potente e preciso, per gestire a pieno le attività in campo!

Per saperne di più: http://www.ecoloop.it/ecoloop/

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Rapporto ISMEA sulle grandi aziende agricole assicurate

La polizza resta uno strumento cardine delle politiche aziendali di gestione del rischio

C’è una diffusa consapevolezza tra gli operatori del settore agricolo sull’importanza di adottare strumenti e strategie di prevenzione dei rischi, sia climatici sia economico-finanziari. Con l’assoluta centralità riconosciuta allo strumento della polizza assicurativa agevolata a copertura delle perdite di produzione causate da eventi atmosferici avversi.
E’ quanto emerge dal Rapporto sulla gestione del rischio nella percezione delle grandi aziende agricole assicurate, basato su una indagine condotta da ISMEA su un panel di 500 operatori con valori assicurati superiori a 300.000 euro. I risultati evidenziano una diffusa cultura della prevenzione tra gli intervistati (chi si assicura lo fa a scopo cautelativo), con solo il 10% delle aziende che denota un atteggiamento di carattere opportunistico, motivando il ricorso alle polizze con l’aspettativa di ottenere un vantaggio economico dalla frequenza e dall’entità dei risarcimenti.
Il contributo pubblico, fino al 70% sul premio, rappresenta un importante incentivo, ma un’eventuale riduzione del sostegno non porterebbe all’abbandono dello strumento per una buona metà delle aziende del campione.
L’analisi, realizzata nell’ambito delle attività di supporto al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, nell’ambito del PSRN 2014-2020 – Misura 17, ha puntato ad acquisire proposte e suggerimenti per lo sviluppo delle politiche in materia di gestione del rischio in agricoltura, individuando nello specifico i punti di forza e di debolezza dell’attuale sistema assicurativo, i fabbisogni delle aziende per fronteggiare i rischi ai quali si sentono maggiormente esposte, nonché le modalità e le strategie per favorire una maggiore e più omogenea diffusione sul territorio nazionale degli strumenti oggi disponibili.
Un’azienda su quattro individua nella semplificazione e nella trasparenza dei contratti assicurativi gli elementi cruciali per incrementare il ricorso alle assicurazioni agricole agevolate. Ma c’è bisogno di correttivi a partire dalle franchigie, ritenute il principale elemento di criticità, e di una revisione delle modalità di perizia per un’adeguata quantificazione delle perdite economiche derivanti non solo dal calo di resa ma anche dal danno di qualità, oggi limitata a poche colture.
A giudizio degli intervistati (tre su quattro) la polizza agricola non “migliora” il merito creditizio delle aziende, in un contesto operativo in cui le modalità di concessione dei prestiti bancari risultano ancora sbilanciate su schemi tradizionali, basati essenzialmente sulla richiesta di garanzie reali e fideiussorie. Se valutata in sede di istruttoria, tuttavia, la polizza assume un ruolo significativo nella concessione del credito o nell’erogazione di un importo addirittura superiore a quello altrimenti ottenibile.
In relazione agli strumenti innovativi, emerge, tra i pochi che hanno dichiarato di conoscerle, una prevalente diffidenza verso le polizze parametriche, che per il calcolo dell’indennizzo fanno riferimento a un indice predeterminato, mentre la polizza ricavo, a copertura anche del rischio prezzo, seppure ancora poco diffusa, mostra un elevato potenziale di sviluppo, catalizzando le attenzioni degli agricoltori soprattutto nei settori più esposti al fenomeno della volatilità dei prezzi.
Ancora poco noti, i fondi di mutualizzazione (tre quarti degli intervistati non sanno di cosa si tratti) sono ritenuti utili da chi conosce lo strumento, ma prevalentemente in combinazione con uno schema di polizza tradizionale.
Ampio il consenso sull’ipotesi di introdurre, con la riforma della Politica agricola comune, una copertura obbligatoria contro gli eventi catastrofali (gelo, siccità e alluvione) a garanzia di tutte le aziende agricole italiane, fenomeni meno frequenti della grandine o dell’eccesso di pioggia, ma con potenziali di danno molto elevati. È emersa anche la necessità di una semplificazione dell’attuale iter burocratico, strumentale soprattutto all’abbattimento dei tempi di erogazione dei contributi e alla riduzione degli adempimenti in capo agli agricoltori, come già riscontrato in precedenti indagini sul tema. Suggerita inoltre l’opportunità di ampliare il ventaglio delle avversità, includendo i danni da fauna selvatica, e di rimodulare a livello territoriale le finestre temporali di copertura assicurativa, oggi “tarate” sulle specifiche esigenze delle regioni del Nord Italia.

Accedi da qui per consultare e scaricare il Rapporto completo: IsmeaReportIndagineGrandiAssicurati

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Effetto della sostanza organica nel fornire acqua alle colture

Studio congiunto tra l’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo (Cnr-Isafom) e l’emerito professore in Soil Science Johan Bouma (University of Wageningen – Olanda) pubblicato sulla prestigiosa rivista Geoderma di Elsevier (IF 4.3). Tale studio ha mostrato come l’accumulo di sostanza organica nei suoli rappresenta un’opportunità per mitigare i cambiamenti climatici ed allo stesso tempo influenzare le caratteristiche fisiche chimiche dei suoli e quindi la capacità di quest’ultimi di rendere disponibile l’acqua per le colture.

Nel lavoro appena pubblicato gli autori analizzano l’effetto dell’incremento della sostanza organica nell’orizzonte superficiale (strato o porzione di suoli lavorato, denominato Ap) sulle proprietà fisiche (ritenzione idrica e conducibilità idraulica) di sei suoli a diversa tessitura in termini disponibilità idrica per la coltura di mais in condizioni di cambiamento climatico (scenario RCP 8.5). Nei risultati ottenuti e nella discussione riportata è stato evidenziato come il concetto statico di Available Soil Water Capacity (AWC, capacità di ritenuta idrica di un suolo) non sia in grado di rappresentare la reale disponibilità idrica per la coltura, la quale è definita dalla Moisture Supply Capacity (SMC, capacità di approvvigionamento idrico), e come quest’ultima non aumenti incondizionatamente all’aumentare della sostanza organica dell’orizzonte superficiale. In conclusione, l’incremento di sostanza organica in un suolo favorisce sicuramente la mitigazione del cambiamento climatico ma non sempre migliora la disponibilità idrica di un suolo.

Bonfante, A., Basile, A., Bouma, J., 2020. Exploring the effect of varying soil organic matter contents on current and future moisture supply capacities of six Italian soils. Geoderma 361, 114079. https://doi.org/10.1016/j.geoderma.2019.114079

Vedi anche:

Fonte: Consiglio Nazionale delle Ricerche

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Agricoltura italiana sicura e sostenibile, male la gestione di acqua e suolo

Italia agricola promossa su sicurezza alimentare, bio, riduzione sprechi e chimica ancora criticità su gestione acqua e erosione suolo

Roma, 22 gennaio 2020 – Da coimputato ad alleato verde. Alla vigilia del Green Deal europeo l’agricoltura italiana sfata molti luoghi comuni e si scopre in forte empatia con la rivoluzione sostenibile a emissioni zero voluta da Bruxelles. L’Italia è il Paese con i cibi più sani e sicuri del Vecchio continente, il più attento agli sprechi e alle emissioni di gas serra; uno Stivale che negli ultimi 10 anni ha diminuito l’utilizzo della chimica nei propri campi con punte del 50% in favore di un’agricoltura più biologica, la prima in Europa per seminativi e colture permanenti. Per contro, il primario italiano paga alcune lacune strutturali del Paese – come la carenza e la gestione di acqua in alcune zone del territorio, oltre all’erosione del suolo – e dovrà far valere la propria fungibilità per contribuire alla transizione sostenibile. Lo rivela il report presentato oggi a Roma dall’Osservatorio Fieragricola-Nomisma in occasione della presentazione della rassegna di riferimento per il settore, in programma a Veronafiere dal 29 gennaio al 1° febbraio prossimiPer il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani«Se il valore sociale delle nostre campagne in termini di approvvigionamento alimentare è storicamente assodato, lo stesso non si può dire per le potenzialità in chiave sostenibile. Il trust verde della nuova agricoltura rappresenta uno degli assi portanti in grado di contribuire in modo decisivo alla transizione verso le emissioni zero della rivoluzione economica che ci apprestiamo ad affrontare. Un passaggio epocale, nel quale Fieragricola sarà ancora una volta monitor e interprete».

 

FROM FARM TO FORK – IL CIBO VA A BRACCETTO CON L’AMBIENTE

È il nome della strategia che interessa il settore agroalimentare e che fa parte della comunicazione, licenziata lo scorso 11 dicembre, “Green Deal Europeo”. L’Ue pubblicherà gli asset strategici entro la prossima primavera, ma già dalla comunicazione si capisce dove il Green Deal vuole andare a parare (e in parte a finanziare), indicando tutta una serie di obiettivi ai quali l’agricoltura europea dovrà tendere nella logica di costruire un’economia circolare basata su un sistema alimentare sano, equo e rispettoso dell’ambiente.

 

SICUREZZA PRODOTTI, SPRECO, CHIMICA E BIO – ITALIA PARTE IN POLE

Lo studio realizzato dall’Osservatorio Fieragricola-Nomisma ha messo in luce come l’agricoltura italiana, in attesa del piano operativo sull’economia verde più importante della storia, sia già in vantaggio su uno dei paradigmi cardine: la salubrità e la sicurezza dei suoi alimenti, che presentano le percentuali più alte di prodotti che secondo i controlli dell’autorità per la sicurezza alimentare (Efsa) risultano essere assolutamente privi di residui, meglio di quanto possano vantare Francia, Spagna e Germania. Buone notizie anche sul fronte degli sprechi, con i rifiuti alimentari pro-capite (126 kg annui) del 16% inferiori alla media europea e in forte calo nell’ultimo decennio. Dalla tavola alla terra, secondo il report di Fieragricola-Nomisma, le virtù si sommano: lo Stivale detiene il record Ue di superficie e incidenza bio per seminativi e colture permanenti con 1,5 milioni di ettari, davanti a Francia, Spagna e Germania, mentre calano anche le emissioni di gas serra (-12,3% negli ultimi vent’anni secondo Eurostat), che incidono per il 7% sul totale delle emissioni contro il 10% della media europea. Ma la sensibilità green degli agricoltori e dei prodotti italiani è ancora più evidente alla prova di agrofarmaci e fertilizzanti. Infatti, secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), nell’ultimo decennio se ne è fatto sempre meno uso e spesso i consumi si sono dimezzati: è il caso degli insetticidi (da 1,2 kg di principi attivi ad ettaro a 0,6 kg), dei fungicidi (-30%), degli erbicidi (-20%), ma anche di azoto (-25%), anidride fosforica (-36%), ossido di potassio (-50%).

 

BIODIVERSITÀ E FORESTE DA PROTEGGERE. EMERGENZA ACQUA ED EROSIONE SUOLO

E proprio dalla tutela del territorio e delle sue risorse arrivano gli elementi su cui sarà fondamentale operare un salto di qualità. Se – per l’indagine Fieragricola Nomisma – sul fronte della tutela della biodiversità e delle aree boschive l’Italia è stabilmente nella top 5 dei Paesi Ue, è invece più problematica la gestione del fattore acqua, con il Belpaese fanalino di coda nel rapporto prelievi/risorse idriche, dove l’agricoltura incide per la metà del proprio utilizzo complessivo. Un problema strutturale da mitigare attraverso sistemi intelligenti di gestione – come l’irrigazione di precisione – al pari dei consumi di energia da fonti rinnovabili che nel primario rappresenta solo il 2% dei consumi totali. Gravosi infine, e sempre più nemici della preservazione del territorio e dell’ambiente, i fenomeni di consumo del suolo, cresciuti del 50% solo negli ultimi 30 anni, così come l’erosione da acqua che vede il nostro Paese in cima alla classifica europea per i danni inferti al territorio da tali eventi metereologici. In media in Italia si verifica un’erosione di quasi 9 tonnellate di suolo per ettaro all’anno, contro i 4 della Spagna e i 2 della Francia.

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE MA NON ECONOMICA

«È evidente – ha detto il responsabile agroalimentare di Nomisma e curatore dello studio, Denis Pantini – come dallo studio emergano gli enormi sforzi fatti negli anni dagli agricoltori italiani per rendere la propria attività più rispettosa dell’ambiente e come il loro operato sia fondamentale per la tutela dei nostri territori, soprattutto a fronte delle calamità prodotte dai cambiamenti climatici. Una sostenibilità ambientale che però non può essere scollegata da quella economica, senza la quale l’attività agricola stessa non può esistere. E da questo lato, purtroppo, negli ultimi cinque anni i redditi delle imprese agricole italiane non si sono mossi, a fronte invece di quelli degli agricoltori spagnoli e francesi».

Sul piano economico complessivo, l’Italia è in testa nel panorama produttivo europeo come valore aggiunto (32,2 miliardi di euro, media ultimo biennio), al secondo posto dietro la Francia (76,3 miliardi di euro) per valore della produzione (56,7 miliardi di euro, media biennio), mentre è più indietro (4ª) nell’export, a 7,6 miliardi di euro. Critica invece la situazione relativa al reddito delle imprese, segnalato nell’ultimo quinquennio in calo nel Belpaese dell’1% a fronte di una media Ue a +6%, con Spagna e Francia a +11%.

Dieci padiglioni, 900 espositori italiani ed esteri, 130 mila operatori attesi e un calendario di 130 eventi tra convegni, workshop e prove dinamiche. Questi i numeri della 114ª edizione di Fieragricola (29 gennaio-1 febbraio 2020), storica rassegna internazionale di Veronafiere, che a 122 anni dalla nascita si conferma termometro del settore primario e punta sul connubio tra specializzazione e nuove tecnologie. Tra i temi cardine, innovazione, sostenibilità ed economia circolare; dall’agricoltura 4.0 alla meccanica e attrezzature agricole di ultima generazione fino ai sistemi più avanzati per viticoltura, frutticoltura, colture specializzate e zootecnia per affrontare le sfide del Green Deal europeo. Attese, al convegno inaugurale dedicato all’agribusiness di Ue e Italia in Africa, la ministra alle Politiche agricole, Teresa Bellanova, e la ministra dell’Agricoltura della Croazia, Marija Vučković.

Fonte: ufficio stampa Veronafiere

Fieragricola 2020, i numeri della kermesse

Fieragricola 2020 occuperà dieci padiglioni dell’expo scaligera. Di questi: 5 dedicati alla meccanica, 2 alle colture specializzate in vigneto e frutteto, 3 alla zootecnica; 900 espositori (+8,2% sull’edizione 2018); una superficie netta di 67.600 metri quadrati (+18,7%); due aree demo esterne di 9.500 metri quadrati allestite per gli «special show»; 800 capi di bestiame in esposizione (+14,3%); 130 mila operatori attesi; oltre 130 convegni, workshop e prove dinamiche in quattro giorni, per un evento che punta su innovazione, sostenibilità ed economia circolare.

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